E con l’autunno, come promesso, riprende la nostra rubrica più seguita e letta: “Startup Mon Amour”, il viaggio alla scoperta di realtà innovative legate al mondo del wedding e delle donne in generale, ideato da #giovaniconlapiva.
Dalla New York Fashion Week dedicata alle collezioni Primavera/Estate 2020 arrivano buone notizie: lo street style infatti, per la prima volta rivolge l’attenzione alle ragazze curvy e plus size. Finalmente! Sdoganato il curvy nel fashion, la nostra Carolina si è chiesta cosa succeda nel mondo dell’abito da sposa. Lo ha chiesto direttamente a Marinella Zazzera di Sposa Formosa®, una voce importante di questo settore. Ecco cosa ha scoperto.

Chi è Marinella Zazzera? Presentati! “Sono una donna di 37 anni, che da circa 10 combatte contro le ingiuste discriminazioni nel mondo della moda per chi come me non ha una taglia che possa essere definita perfetta. Sono un’imprenditrice, che nel 2015 ha deciso di aprire un piccolo atelier di abiti da sposa, ma in realtà mi occupavo di matrimonio già da prima (avevo un negozio di bomboniere e partecipazioni). Con la mia attività volevo aiutare le spose a vivere il momento magico della scelta dell’abito, che è uno dei più particolari per una sposa durante la fase organizzativa del matrimonio. In realtà, in cuor mio, volevo combattere la mia battaglia nel mondo sposa, che è fatta solo di taglie 40, al massimo 42”.

Hai un aneddoto a proposito da raccontarci? “Vi racconto questa storia: mi sono imbattuta in una sposa, Samanta, che avendo una taglia superiore alla 50, proprio non riusciva ad accettare il fatto che non potesse avere l’abito da sposa che lei desiderava. Con lei abbiamo affrontato un percorso molto difficile, che mi ha ricordato cosa avevo vissuto io: nel 2010, quando mi sono sposata io, ero una taglia 46/48, e arrivavo da un periodo molto complicato della mia vita. Mio papà era venuto a mancare da soli 9 mesi, e il mio cervello era come in stand by… ho scoperto solo dopo, con l’aiuto di uno psicologo, che soffrivo di binge eating, ovvero di fame compulsiva. La proprietaria dell’atelier dove mi recai mi trattò come se fossi “sbagliata”, come se fosse tutta mia la colpa dell’essere così in “sovrappeso”, come se essere in sovrappeso fosse una colpa. Da questa esperienza è nata la mia attività Sposa Formosa®”.
Da quando hai iniziato a occuparti di abiti da sposa “curvy”? “Dal giorno in cui ho conosciuto Samanta, ho capito che avrei dovuto fare qualcosa. Era settembre 2017, e in quella circostanza ho capito che avrei dovuto creare un brand di abiti da sposa dedicato solo alle spose formose e non curvy. Ci tengo moltissimo a precisare la differenza, perché le donne formose non hanno caratteristiche uguali alle donne curvy”.
Qual è il vero significato della parola “curvy”? “Spesso il termine viene erroneamente utilizzato per indicare delle donne in sovrappeso. In realtà significa tutt’altro. Si riferisce a coloro che si sentono a proprio agio con delle forme prorompenti, considerate bellissime e sensuali. Curvy non significa grassa, ma si riferisce invece a qualsiasi donna che si sente a proprio agio con la forma del suo corpo e con le sue imperfezioni. Numeri di taglie alla mano, dalla taglia 46 fino alla taglia 50 si è considerati idonee per il termine curvy, mentre dalla 50 in poi si rientra nella dicitura plus size o in italiano formosa.
Formosa non significa essere discriminate dalla moda perché non piacciamo, ma si riferisce a delle donne vere che esistono e che hanno tutto il diritto di poter scegliere il proprio abito da sposa, indossandone molti e valutando l’emozione che quell’abito regala. Formosa è una donna “oltre” la taglia classica, insicura del suo aspetto fisico perché continuamente derisa e umiliata. Sposa Formosa, quindi, non crea abiti per le spose curvy, ma crea esperienze emozionali per le donne formose”.
Mi sono documentata, all’attivo hai anche un libro “Io, Marinella, storia di una sposa formosa”. Non si tratta solo della tua storia personale, ma mi sembra di capire voglia essere anche un messaggio sociale di accettazione e inclusività? “Esatto. Vorrei che la mia storia serva a far capire a tutte le donne che noi siamo belle a prescindere dalla taglia, dal peso e dalla forma fisica; è importante, nel mondo in cui viviamo, che il processo di autoaccettazione avvenga prima nella nostra mente. Il vero scopo di questo libro, infatti, è quello di aiutare le donne insicure del loro aspetto fisico a non farsi “bullizzare”, a non scendere sempre a compromessi con le case di moda o con la moda stessa. Se il messaggio parte da noi, dal nostro interno, con il tempo la società lo accetterà, imparando così il rispetto. In questa società abbiamo l’estrema necessità di educare i più piccoli al rispetto del prossimo, di qualunque fisicità esso sia”.
Sdoganato il curvy nel fashion, ritieni che anche nel tuo segmento sarà in divenire? “Me lo auguro, ma non credo sarà così semplice. Io stessa ho provato a far parte degli eventi della Fashion week milanese, ma purtroppo il formoso non è ancora accettato. Sono stata rifiutata, oppure mi è stato proposto di scendere a compromessi con il curvy. Non ho accettato perché se lo avessi fatto, sarei venuta meno ai miei ideali con la quale sto creando Sposa Formosa®”.
Ti avvali di un team di collaboratori. Fate ricerca in campo tessuti, tendenze? Il vostro prodotto è interamente made in Italy? “Sì, ho due sarte specializzate nel settore del conformato che lavorano con me; insieme creiamo nuovi modelli, e diamo spunti e idee alle spose che si rivolgono a me. I tessuti sono tutti provenienti dall’Italia e la manodopera è al 100% made in Italy. È una questione di principio: l’Italia è il paese per eccellenza della moda e se vogliamo essere onesti per amor di patria, non possiamo produrre all’estero, non sarebbe corretto con l’etica di sposa formosa. La tendenza? Diciamo che noi non la seguiamo, ma facciamo moda per conto delle spose che si affidano a noi. Inoltre, ho da sempre il sostegno di un team eccezionale, come @comunicazioneemotiva, che mi aiuta quotidianamente con tutta la comunicazione online e offline”.
Quali sono i tre abiti di Sposa Formosa® più venduti? “Non abbiamo abiti più venduti di altri: ogni abito è unico e creato unicamente per la sposa che lo indosserà. Non abbiamo abiti fotocopia; il nostro campionario serve solo per dare alle spose l’immagine di come dona un vestito da sposa rispetto a un altro. Ma scelto il modello base – che sono 4 per le spose formose, cioè Linea A, Stile impero, Sirena e Stile principesco -, realizziamo, assieme alla sposa stessa, l’abito personalizzato”.
Raccontami un tuo appuntamento con la sposa che per la prima volta entra nel tuo atelier. “È un momento magico e non solo per loro, ma anche per me, ogni volta che ricevo una sposa sono emozionata e preoccupata. Preoccupata perché il mio primo compito è quello di aiutarle a farle sentire meglio; cerco di trasmettere loro la mia positività e di tirare fuori il loro carattere, il loro spirito, affinché imparino ad amare non il loro corpo, ma la loro anima. Emozionata perché ogni storia è romantica, ognuna di loro ha un vissuto particolare fatto di dolori e di emozioni e io ogni volta mi immedesimo in loro e rivivo i loro pianti… Faccio l’impossibile affinché possano uscire dal mio atelier con il sorriso.
Dopo aver chiacchierato un po’, sorseggiando una tazza di tè, partiamo con la prova vera e propria. Ogni sposa può provare un minimo di 10 abiti (è la promessa di Sposa Formosa) e insieme valutiamo i pro e i contro di ogni modello. Scelto il modello, decidiamo i dettagli che lo renderanno unico e personalizzato: scollatura, colore, pizzi da usare, tessuti da utilizzare, addirittura facciamo scegliere alle spose come posizionare i pizzi e i ricami sull’abito (ovviamente sotto stretto mio controllo che do le indicazioni).
Dopo aver preso le misure, tagliamo le stoffe e facciamo una prima prova dopo 30 giorni, cosicché la sposa possa già avere un’idea precisa di tutti i dettagli, e poi ci rivediamo due mesi prima del matrimonio per terminare l’abito; ovviamente a quel punto seguono altri appuntamenti che ci servono proprio per definire tutti i dettagli e le misure dell’abito.
Inoltre la maggior parte delle volte, le spose acquistano il pacchetto “vestizione”: si tratta di avere la mia presenza la mattina del matrimonio per la vestizione. Si sa che gli attimi prima della cerimonia sono carichi di stress emotivo molto forte e molte volte le mamme o le testimoni sono talmente agitate da non riuscire ad abbottonare nemmeno i vari bottoncini dell’abito, o magari semplicemente prese dall’emozione non riescono ad aiutare le spose perché tremano dalla gioia. Quindi con me presente, si sentono più sicure e tranquille”.
Com’è il tuo rapporto con il mondo burocratico e contabile e soprattutto con il commercialista. È stato subito semplice o hai dovuto affidarti a qualcuno di davvero specifico? “Ho sempre creduto che dietro a una azienda solida e forte esista il concreto aiuto di un ottimo professionista specializzato nel campo fiscale. Ho avuto dei seri problemi con la parte fiscale fino a quando non mi sono affidata a una commercialista che ha come unico scopo nella vita quello di aiutare le aziende a lavorare serene, senza l’ansia del pagare troppe tasse, perché tutto è pianificato fin da subito. Dal punto di vista burocratico, aprire un’azienda in Italia è davvero un’ardua impresa, e soprattutto anche molto costoso. Cambiare sede da una provincia a un’altra mi è costato uno sproposito indescrivibile”.
È stato difficile trovare professionisti che conoscano il tuo settore? “È stato difficile trovare delle sarte specializzate in abiti da sposa, settore conformato. Una delle mie sarte, che mi segue fin dall’inizio di questa avventura, è il mio braccio destro”.
Ti sei da poco trasferita con il tuo atelier nel cuore di Milano. Come ti trovi? ““Lassa pur ch’el mond el disa, ma Milan l’è on gran Milan” diceva una famosa canzone del 1939. Milano è Milano in tutto, e anche se caotica, incasinata, è sempre Milano. Quindi alla domanda ti rispondo: sono felicissima di essere a Milano. Devo ringraziare, a tal proposito, delle imprenditrici che come me stanno facendo la loro differenza nel loro settore, e con la quale dividiamo gli spazi. L’ambiente è giovanile, così come la nostra mentalità, e questo è fantastico”.
Sogni nel cassetto per Marinella? “Tanti, alcuni realizzabili, altri forse, e altri assolutamente impossibili, ma ce la sto mettendo tutta. Nel prossimo periodo vogliamo aprire 3 punti vendita in Italia, nelle regioni italiane che più rispondono alla chiamata di Sposa Formosa®: Puglia, Campania e Lazio. Il primo di prossima apertura sarà in Puglia, all’interno di un meraviglioso hotel 5 stelle, che inaugureremo il 20 ottobre con la prima sfilata offline di Sposa Formosa®: siete tutte invitate!”.
Ora ci rileggiamo a metà novembre: che realtà ci farà scoprire questa volta la nostra Carolina? Stay tuned e lo scopriremo presto!
Chi è Carolina: Carolina Casolo, ovvero #carolinaconsulente, è una consulente un po’ atipica, che ama poter assistere aziende o persone fisiche che iniziano una propria attività seguendo un sogno, fornendo punti di vista differenti e trovando soluzioni innovative per rispondere alle sempre più particolari esigenze dei clienti. Ecco da dove è nato il suo interesse per il settore del wedding e in particolare per le startup. È la founder di #giovaniconlapiva, la società di servizi e consulenze dedicata ai giovani under 35 che si approcciano al lavoro autonomo.
No Comment