Quest’ultimo weekend si sono tenuti gli Oscar, in cui oltre ad aver trionfato “Mad Max”, hanno ricevuto l’ambito premio il compositore Ennio Morricone, per la colonna sonora di “The hateful eight”, e la star Leonardo DiCaprio per la sua interpretazione nel film “The revenant”. Due premiazioni sulle quali si è tanto chiacchierato e tanto si è detto e tanto anche si è malignato: “Per entrambi è solo un contentino: al primo l’han dato perché non poteva concludere la sua carriera senza l’ambito premio; al secondo, per via di tutte le voci e gli sfottò che si sono creati dopo essere stato in nomination così tante volte e non avendo vinto mai”. E io ho pensato: “Anche se fosse… ma sticazzi!”.
Io Morricone e DiCaprio non li conosco e mai li conoscerò probabilmente, ma ero sinceramente felice per loro. Perché mi hanno insegnato una cosa: che non esistono tempi giusti per ricevere il giusto riconoscimento, che non si è mai troppo vecchi o troppo esperti per migliorarsi e inseguire i propri sogni, che se qualcosa è davvero importante, allora lo si aspetta anche per una vita intera, che le cose belle arrivano quando siamo maturi abbastanza per capirne l’importanza.
Probabilmente entrambi non hanno ricevuto il premio per la loro migliore prestazione, è vero, ma chissene: vedere il Maestro emozionato come un bambino a 87 anni, quando dopo tutto quello che ha fatto, poteva benissimo infischiarsene, mi ha riempito il cuore di gioia, perché significa che non c’è davvero limite a quello che possiamo fare e ottenere, se lo desideriamo con tutto il cuore, e che non c’è età per essere felici. Sì, tutti questi anni in cui si sono visti soffiare il premio all’ultimo minuto da sotto il naso avrebbero potuto renderli cinici e riempirli di sconforto, invece si sono dedicati al loro lavoro con ancora più passione, ancora più impegno, ancora più dedizione, convinti che l’ultima parola ancora non era stata detta. E avevano ragione loro.
DiCaprio nel suo discorso ha invitato tutti noi a non dare per scontato il Pianeta, un tema che gli è molto caro: be’, io invito tutti a non dare per scontati noi, le nostre capacità e l’esito delle nostre battaglie: una sconfitta adesso non significa che non ci potrà essere una vittoria domani. Non siamo noi a dover decidere quale sia la nostra migliore performance, ma chi conosce i nostri limiti, per invitarci a superarli.
Perciò, SeDici che vuoi migliorare, impara ad aspettare: quasi mai le cose migliori escono al primo colpo, richiedono anni di dedizione, studio, impegno, amore. Potrebbe volerci una vita per cercare il fiore perfetto, diceva Katsumoto, ma non sarebbe una vita spesa invano. “Non stancarti mai di aspettare perché il giorno più bello della tua vita può arrivare domani”. E tu sarai pronto per goderne davvero.

Cerca di afferrare il tempo, facendo in modo che la felicità sia il tuo unico vizio e ricorda che “Non è mai troppo tardi per essere quello che vuoi essere”, come recita il titolo del mio e-book.
Quando le cose non vanno come si vorrebbe, si è portati a credere che accada solo a te! Basta avere la forza di rialzarsi e ritentare, “Non è mai troppo tardi per essere quello che vuoi essere”.
Quando le cose non vanno come vorresti, credi che succeda solo a te! Basta avere la forza di rialzarsi e ritentare, “Non è mai troppo tardi per essere quello che vuoi essere”.
Grazie per avercelo ricordato, hai proprio ragione! 😉 Un abbraccio