Mi son svegliata stamattina e già avrei dovuto capire che sarebbe stata una giornata felice. Ho aperto gli occhi, ho guardato la sveglia: sono riuscita a dormire fino a tardi, le bimbe erano ancora addormentate. Sono rimasta nel letto, sotto al piumone per un’ora, non mi capitava da secoli. Dio, che bella sensazione. Primo regalo di Natale.
Tè, telefonate delle mie amiche più care, auguri. Mi metto a lavare i piatti, il mio momento di ricongiunzione. Credo di essere l’unica a cui piaccia, quei movimenti meccanici, senza senso, mi aiutano a rimettere in ordine i pensieri. Accendo la mia playlist. “Listen to the wind blow, watch the sun rise”, fuori tira vento davvero, la canzone perfetta. Secondo regalo. Me la godo fino in fondo. Il giro di basso mi percuote le viscere. Dio, che bella sensazione.
Vedo mia sorella. Scartiamo i regali. È così che a Natale si misura l’amore, no? Io l’ho sempre misurato in persone. Mi manca qualcuno, abbasso lo sguardo, non ci penso.
La casa si libera. Mi hanno regalato una cassa portatile. Mi conoscono bene. Terzo regalo. La accendo, la collego al mio cellulare. Trascrivo su un quadernino tutti i film, i libri, le canzoni che qualcuno ha voluto donarmi. Cerco le canzoni che non conosco, le sparo a mille. Mi emoziono tantissimo. Incredibile come qualcuno che non mi conosce affatto, mi abbia compreso così bene. Quarto regalo.
Una di queste mi ha donato un’intera playlist. La sua. “Guarda che è adrenalinica”. Quello che mi serve, ho voglia di ballare, tanto. E saltare. E sudare. Vado a cambiarmi, indosso una canottiera anche se fuori ci sono 3 gradi. La faccio partire, alzo il volume al massimo. Salto, ballo, canto, grido. Così per un’ora e mezza. Mi sdraio sul pavimento. Completamente totalmente senza fiato. Ma felice, dopo tanti giorni.
Pigiama, divano. Film suggerito da chi non mi conosce, ma pare azzeccare ogni mia voglia. Parla di come nuove circostanze possono portare a nuovi se stessi. I protagonisti hanno 18 anni. Come me, perché è così che mi sento. Un nuovo punto di svolta.
Spengo. Accendo la musica. Mi metto a scrivere. Guardo l’ora: Natale è passato. Ringrazio perché sono felice. È stato diverso, ma non per questo peggiore.
Oggi mi han detto che sono diversa, “Ti preferivamo prima”. Le cose cui siamo abituati, così come le persone, sono rassicuranti. Io ero rassicurante, anche per me stessa. “Io mi preferisco oggi”, ho risposto.
Sono diversa, ma non per questo peggiore. Come questo Natale, che ho amato nella sua follia. Mi sono fatta una foto, sdraiata a terra, sudata, occhiali appannati, per ricordarmi sempre che si può essere felici anche quando meno ce lo si aspetta. Basta lasciarsi aperti a nuove possibilità.
Ho acceso la musica. È ritornata lei, la canzone perfetta. “Listen to the wind blow, down comes the night”. Il vento ha smesso di soffiare da un po’. Si chiude la giornata, si chiude il cerchio. Ditemi se non è la perfezione questa. Somiglia proprio alla felicità.
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