Piango. E scrivo. Finalmente. Dopo tanto tempo. Se ne sono accorti, sai, che non stavo bene? “Non leggo più i tuoi post, tutto a posto?”, mi ha chiesto chi mi segue davvero. Ero come prosciugata in questi giorni: di emozioni, di sensazioni, di energie, di sentimenti. Mi do tanto a questa vita, tu lo sapevi e mi invitavi a risparmiarmi. Ora non ho più nessuno che mi dice quando fermarmi, o trattenermi, e c’è chi si nutre di questo.
Son tornata alla vita, stasera. Ho visto un film, “One day”. Emma e Dexter, due amici, che amici non sono mai stati, ma che amici lo sono davvero. E si amano, di quell’amore che c’è, anche quando si è lontani. “Lei era la mia migliore amica”, dice Dexter di Emma, che non c’è più, ma c’è ancora, c’è sempre.
Tu lo eri per me. L’unico che sapeva tutto quello che abitava la mia testa e il mio cuore, ancor prima che lo pensassi. “Devi vivere come se Emma fosse ancora qui”: che consiglio bislacco, ma l’unico sensato. Provo a vivere come se tu fossi nel tuo studio, o a letto, o in cucina. Ma non ci sei. E ti vedo sul divano accanto a me, e sento le tue ossa puntute sulle mie cosce, di quando ti prendevo in braccio per cullarti. E mi pare di sentire l’eco della tua risata, o il rantolo del tuo respiro malconcio, che mi manca pure quello, porcatroia.
Che son qui col magone, ma un magone che occlude la gola, e fa male pensare a come sto cercando di vivere come se, ma non è. E a volte mi sento in colpa, per non essere riuscita a salvarti, perché ti sono sopravvissuta, perché forse i grandi amori prevedono che se uno se ne va, l’altro lo deve seguire. Ma a me Romeo e Giulietta mi son sempre stati sul cazzo. E io amo questa vita, anche se non ho più nessuno con cui condividerla.
È che mi pare di essere controtempo, controvento, controcorrente. E di essere punto e a capo. E di non valere nulla, se non c’è chi me lo riconosce. È che a me fotte l’approvazione, ma forse sto imparando a riconoscermi da sola.
“Lei ti ha reso una persona migliore, e tu in cambio l’hai resa tanto felice”: il riassunto della nostra vita. E dici niente. Io migliore, tu felice, fino all’ultimo respiro. “Comunque vada domani, abbiamo vissuto oggi”: altro ritratto di come eravamo e di come abbiamo imparato a vivere.
Questa foto ha circa 15 anni, scattata quando ancora non si badava a ciò che finiva nell’inquadratura, senza filtri. Non ricordo chi ce la scattò, ma gli sono grata. Perché nessuno ci ha mai più ripreso così: felici, complici, innamorati. Siamo rimasti così fino alla fine, quando ho poggiato le mie labbra sulle tue, per l’ultima volta.
Quella maglietta beige l’ho ancora nell’armadio, la tua felpa dell’Adidas è ancora nel tuo armadio. Tu non ci sei più. Il nostro amore c’è ancora, però. E stasera è tornato a ricordarmi che son viva e che devo vivere per me stessa.
Ma tu smettila di mancarmi, se puoi. Insegnami ad apprezzare ciò che c’è ora, chi verrà dopo di te. Niente sarà mai come noi due, ma lo amerò proprio perché sarà diverso. E a te ti amerò per sempre. Proprio perché sei stato tu.
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