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Buon proposito #3: unire i puntini

gennaio 25, 2019

Voi vi chiedete mai il senso per cui vi svegliate la mattina, a cui serve il vostro lavoro? Lasciate che vi racconti una storia.

Esterno, sera.

A luglio siamo stati ospiti con “Piccole fiabe per grandi guerrieri” della rassegna “Due parole in riva al mare”, organizzata dalla bravissima Nadia Schiavini con le promettenti “Le ombre dei libri”. Al momento del firmacopie, in coda si avvicina a Teo un signore, ha in mano un casco e un foglio di carta. Quando si avvicina, lo consegna a Teo: “È da parte di mio figlio Giacomo: sai, lui è malato come te, ma tu sei il suo eroe e questo l’ha disegnato per te”.

Giacomino era ricoverato al Gaslini e la famiglia era divisa tra Genova e Imperia: la mamma con Giacomino, papà Alberto col fratellino a casa. Seguì un lungo abbraccio, uno di quelli di Teo, e la promessa che avremmo fatto il tifo per lui.

Interno, giorno.

La mia boss mi manda una mail: “Ti va di scrivere questo pezzo? È su Make a Wish e il loro 2000esimo desiderio realizzato”. Loro si occupano di realizzare i sogni dei bambini gravemente malati. “Sì, volentieri”. Sentivo che dovevo occuparmene io. Anche al telefono con Sune Frontani, founder della onlus, avvertivo una strana vibrazione. “Ora ci stiamo occupando del prossimo desiderio: mandare un bambino nello spazio. Non sarà facile, ma ce la faremo”.

Nell’articolo ci ho messo tutta me stessa perché so quanto bene può fare un sorriso. Ma sentivo che c’era di più anche se non sapevo cosa.

L’altra sera la risposta: “Ciao Matteo, oggi ho visto l’articolo di Francesca – scrive Alberto, il papà di Imperia sulla bacheca di Teo – Il bambino di cui parlano che vuole andare nello spazio è proprio Giacomo! Ci ha fatto tanto piacere vedere l’articolo”.

Lacrime di gioia. Ecco per cosa mi sveglio al mattino, per cosa sto lavorando: per regalare sorrisi e per fare incontrare, seppur ancora virtualmente, SpaceJack e SuperTeo.

Per unire i puntini. Ché si sa che quando due supereroi si incontrano nello spazio, dalle loro scintille nascono le stelle. E se unisco queste stelle, l’unica cosa che vedo è un futuro bellissimo. Per tutti noi che ancora crediamo nella polvere magica che origina dai sogni.

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by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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