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Essere un fiore è una profonda responsabilità

gennaio 16, 2021

Apro la rivista “Io donna”, la richiudo subito. “Gli ipersensibili hanno i superpoteri” titola il pezzo che mi ferma il cuore. La mia playlist suona “Protection” dei Massive Attack. Non è un caso. È tutto il giorno che ci penso. Che penso se sono io sbagliata per questo mondo.

Ho appena versato una lacrima, ascoltando un’intervista in diretta dove un perfetto sconosciuto per me diceva di seguire il cuore. Forse sì. Sono tutto troppo.

“Te la prendi troppo, vai troppo a fondo delle cose, ti fai troppe domande…”, ultimamente mi sento dire spesso. Ma come fate voi a non chiedervi mai il senso delle cose, vi chiedo io? È più semplice passare oltre le cose senza affrontarle mai, lo so, sapessi farlo io. Vivo con la stessa intensità un gelato in un giorno di sole e una mancata risposta, una giornata al mare e una delusione.

Ci metto l’entusiasmo, ci metto la passione, ci metto la vita. Più è grande la fiamma, più la candela si consuma velocemente. Dovrei preservarmi, dovrei proteggermi.

C’era chi sapeva farlo al posto mio, teneva alimentata la mia fiamma, senza soffocarla mai. Non se ne approfittò mai della mia fragilità, perché di fatto questo sono. Diafana, controluce, nuda. Sono stata fortunata, amata di un amore che non ho mai trovato nemmeno in chi mi dovrebbe amare incondizionatamente, figuriamoci negli altri. Ma lo sto trovando in me stessa, piano piano. L’articolo dice che gli ipersensibili si salvano se coltivano la consapevolezza.

Matteo mi chiamava “fiore d’acciaio”. La mia poetessa preferita scrisse che “essere un fiore è una profonda responsabilità”. Ci vuole coraggio a sbocciare sul ciglio della strada, esposto al calpestio, all’essere colto per amore, per noia o per spregio, o alla tempesta. Ma nonostante il rischio, non riesco a smettere di pensare a quanto sia stimolante e appagante e meraviglioso riempire di bellezza la vita di chi ti incontra, che sia per un petalo colorato o per la scia di profumo che puoi lasciare nell’aria.

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by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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