Io e Teo siamo fortunati. Perché non abbiamo solo le nostre famiglie d’origine. Abbiamo la nostra, quella dei nostri amici e quella di Villa D’Adda.
Da 11 anni, da quando cioè Teo era in cerca di una meta di pellegrinaggio per pregare per la sua guarigione, veniamo a Sotto il Monte. Il Papa buono è il Santo cui la sua famiglia era devota e noi abbiamo ‘ereditato’ questa devozione, ancor prima che Giovannino (come lo chiamiamo noi amichevolmente) diventasse una rockstar.
Da circa 10 anni veniamo qui. Qui abitano Luci e Babbo, proprietari di questo b&b e ristorante, un ex convento del Seicento. Inizialmente ci trattavano da clienti quali eravamo. Ma poi, col tempo, venendo qui sempre più spesso, hanno cominciato a farci partecipi della loro vita: dapprima ricordando qual era la nostra camera preferita o cosa prendevamo la mattina per colazione, poi riservandoci delle vere e proprie attenzioni, che si riservano solo ai figli, come le banane comprate apposta per Teo o il cambio del materasso, per farci dormire meglio.
O come l’altra sera, che seppur arrivati tardi, Luci ci ha aspettati alzata e poi siamo rimasti a parlare del più e del meno fino alle 00.30 con Babbo, tra risate e aneddoti. Luci sa esattamente i nostri compleanni e Babbo ci offre un piatto di pasta, fuori pensione, per aiutarci a lavorare meglio.
Ogni volta tornare qui è una gioia e andarsene è un momento che non risparmia le lacrime. Proprio come si fa in un posto in cui si è stati bene. Proprio come si fa in famiglia.
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