“Siamo come il sole a mezzogiorno, baby,
senza più nessuna ombra intorno, baby”
Jovanotti
“Rendi come la notte la tua ombra in pieno mezzogiorno”: così sta scritto nel libro di Isaia, contenuto nella Sacra Bibbia. Avete mai fatto caso alle ombre durante l’arco della giornata? Quando il sole sorge o cala sono lunghe lunghe, quando invece è al suo culmine, allo zenit, non vi sono ombre intorno all’oggetto che illumina. Ma questo non vuol dire che l’oscurità non esista. Solo che ci siamo posizionati esattamente dove dovevamo essere per non sentirne il peso.
Tutti noi nella nostra vita abbiamo pesi e sofferenze da portare, chi più, chi meno, tutte ugualmente dignitose, almeno finché ne traiamo un insegnamento e non ci crogioliamo nel lamento. Prendere atto di una situazione di dolore o sofferenza è da stoici, fare qualcosa per migliorarla è da coraggiosi, lamentarsi e basta è da stolti. Luce e ombra sono strettamente collegate: non può esistere l’una senza l’altra. Il freddo dell’ombra ci aiuta poi a godere meglio del calore della luce, a ricercarla con spasimo quando non c’è.
Prendiamo Teo per esempio: quanto buio potrebbe esserci nella sua vita? Il cancro, nessuna prospettiva per il futuro… Eppure, irradia calore. E luce. Quando parla, quando sorride, irradia luce. E non ha ombre intorno, quasi mai. E quando ci sono, vi si ripara per cercare riposo alla mente e allo spirito, pronto a rifare capolino quando è in grado di sopportare tutta quella luce.
Perché stare sotto il sole a mezzogiorno, lo sappiamo tutti, non è semplice: è il momento di maggior luce e calore della giornata, un tale carico potrebbe creare scompensi in un fisico non preparato, in un’anima non pronta. Ma è anche quello in cui se si guarda dritto in faccia il sole, poi ci brillano gli occhi. E non abbiamo ombre intorno. Perché non riusciamo a vederle, perché abbiamo cambiato gli occhi e il cuore. Perché siamo esattamente dove dovevamo essere.

No Comment