“Col mio marcio inconscio sono,
questa sono io sono,
col mio senso storto sono,
le mie fantasie sono,
le mie gelosie sono,
che mi piaccia o no sono,
quello che sono sono”.
Prozac +
“Sei una donna eccezionale, tu non sai nemmeno cosa sei e cosa rappresenti…”. “Quanto sei bella, ti leggo sempre: grazie perché sei un dono”. In questi giorni ho riabbracciato persone che ho visto solo una volta nella mia vita, eppure. Quanto si può lasciare agli altri in un solo istante di condivisione? Molto, se solo abbandoniamo la paura di sbagliare, di essere troppo o troppo poco.
Alla fine, io sono così come sono, nella vita vera così come in quella virtuale: semplice, caciarona, sempre allegra, leggera ma profonda, un po’ maschiaccia, mai impostata, ottimista, proattiva, un po’ insicura ma risoluta. E cazzuta, oh sì, eccome.
Mio nonno mi diceva sempre: sii onesta, leale, con gli altri e con te stessa. Lavora sodo, testa bassa, non tentare di fregare la gente: ti freghi da sola. E credi in Dio, o nel bene: ti aiuterà a credere in te stessa.
Ed eccomi qua. Sto solo mettendo in pratica quanto ho imparato nella vita. Ma oggi ho ringraziato Dio di non avermi resa sorda a quelle parole e ottusa da credermi già perfetta. C’è sempre da migliorare, a ogni istante, a ogni incontro, a ogni batosta, a ogni abbraccio. A ogni sorriso.

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