La parola complimento deriva dallo spagnolo ‘cumplimiento’, a sua volta derivato di cumplir, ovvero ‘compiere (i propri doveri verso qualcuno)’. Ecco che quindi la parola complimento assume un significato tutto nuovo: fare i complimenti a qualcuno è un atto dovuto, significa assolvere il dovere di far sentire bene chi ci sta accanto. Quante volte ci capita di tenerci una parola buona, un omaggio sentito solo per noi, perché invidiosi di quello che l’altro è riuscito a raggiungere o a fare? Quante volte fatichiamo a tirare fuori quello che pensiamo davvero perché gelosi di quello che non abbiamo e invece gli altri hanno? Magari ignorando la fatica che ci hanno messo a farlo o a raggiungerlo… Siamo sempre pronti a sminuire un traguardo altrui, ma solo perché noi non siamo stati capaci di fare di meglio. Ma non funziona così.
La mia amica è stata assunta in quel negozio? Congratuliamoci con lei, anche se noi un lavoro ancora non l’abbiamo. Quella ragazza che conosciamo ha avuto un bambino? Facciamole i nostri migliori auguri, anche se noi è da anni che non riusciamo a rimanere incinta. Quel nostro amico si è appena trasferito a New York per lavoro? Diciamogli quanto è stato bravo, anche se a noi sta stretta questa vita nel paesino. Non è denigrando i traguardi altrui, che staremo meglio, anzi: possono servirci da sprone a uscire dal nostro guscio e provare anche noi a essere migliori.
Proprio ieri mi è stata recapitata da mia sorella una lettera scritta a mano, come non si usa più da tanto tempo, dove una sua collega (grazie Sabrina, dal cuore, davvero!), la quale ha letto alcuni post dei miei blog Duemilaecredici e We for Wedding, ha voluto farmi i complimenti per come scrivo, ma soprattutto per averle fatto compagnia in momenti di silenzio, per averla fatta sorridere e riflettere su alcuni semplici gesti che le hanno migliorato le giornate, per essermi aperta con i miei lettori su alcuni momenti molto duri della mia vita. Questa lettera mi ha riempito il cuore di gioia, perché anche così mi sono resa conto di come parlare direttamente al cuore può servire a far star meglio le persone.
Quindi, abbandoniamoci ai complimenti: a farli, ma anche a riceverli. Perché spesso siamo restii anche quando ce li fanno, e tendiamo a respingerli. E invece, perché non accoglierli? Un complimento fa stare bene sia chi li riceve, ma soprattutto chi li fa, perché lava via il rancore, la rabbia e l’invidia. Assolviamo questo dovere verso gli altri, ma soprattutto verso noi stessi: essere felici passa anche attraverso il riconoscimento della felicità. Nostra, ma soprattutto quella altrui. Ed è questa che dobbiamo onorare, perché essere felici per gli altri è un qualcosa che ci nobilita e ci eleva. Provare per credere.

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