«Si dice che quando una persona guarda le stelle è come se volesse ritrovare la propria dimensione dispersa nell’universo». Così diceva il grande Dalì circa un secolo fa, così è vero anche per noi oggi. Guardiamo le stelle per sognare, per esprimere i desideri, per fantasticare, per raggiungere coloro che sono lontani e coloro che adesso abitano su quelle stelle. Guardiamo il cielo per ridimensionarci, ma anche per aspirare all’immenso; guardiamo il cielo per guardarci dentro, per esplorare gli angoli più reconditi della nostra anima. Guardiamo il cielo per capire dove vogliamo andare, per ricominciare a respirare, per concentrarci sui nostri sogni. Mercoledì ho visto le stelle, le ho viste che era di pomeriggio. Le ho viste nitidamente: erano tante e punteggiavano un cielo blu scuro, scuro come la notte. Erano piccole ma dai contorni precisi. Non disegnavano nessuna costellazione, ma dentro ci si leggeva comunque il destino: un destino all’inizio dichiarato avverso, Saturno contro, quelle cose lì che capiscono…