Gennaio è finito. Un eterno lunedì. È andato bene fino a metà, poi è cominciata una salita faticosa, pericolosa, come di un vagone di una montagna russa ormai usurata che sai che al primo giro della morte si staccherà dai binari.
Ho fatto i conti con me stessa, io che non ero brava in matematica. Non so se li ho pareggiati, mi sembra che dare e avere nella mia partita doppia non coincidessero. Ma tant’è.
Ho realizzato che sono una fallita. Ho fallito laddove credevo di potercela fare. La mia storia d’amore è stato il mio fallimento più grande: non ho più lui, non ho più noi. A tratti non ho più nemmeno me stessa. Nessuno si lancia da una rupe, sapendo che l’elastico del bungee jumping è stato in parte tagliato. Cosa credevo? Che il nostro amore avrebbe vinto la forza di gravità? Che il peso non avrebbe staccato del tutto l’elastico?
Sono una fallita, ma non mi ci sento. Perché mentre mi abbandonavo al vuoto, mi sentivo leggera e mentre mi lanciavo a testa in giù, ero felice. Dicono che ciò che conta è come ti senti mentre corri, non cosa trovi alla meta. In fondo alla strada ci aspettava la morte, ma come siamo stati felici mentre ci tuffavamo nella vita.
Perché sì, ho realizzato anche che ho sperimentato l’amore. Teo aveva la capacità di far tornare a casa parti di me che si allontanavano. Quando ero smarrita, lui mi sapeva riportare al sicuro. Quando lui c’era, io ero a casa. Adesso che non c’è più, ogni tanto mi smarrisco. Ho conosciuto la bestia che abita in me, quella irata, irascibile, istintiva, famelica.
E nonostante questo, sono incappata in persone che hanno saputo farmi del male. Mi hanno allontanata da casa. Come io abbia ritrovato la strada, non lo so. Non so nemmeno se sono rientrata in me. So solo che l’amore è chi non solo ti riporta a casa, ma non fa nulla per farti allontanare.
La verità però è che sì, ho conosciuto l’amore, ma ora forse ho solo voglia di perdermi. Devo solo sabotare il mio infallibile senso dell’orientamento. Tu fammi sentire il tuo odore e io ti seguirò. Non sono Cappuccetto, sono il lupo. L’istinto mi ha sempre salvata. La pancia sarà la mia bussola, il cuore la mia stella polare.
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