Non è stato colpo di fulmine. Ma piano piano mi hai conquistata. Mi hai restituita. Stamattina sapendo che ti avrei rivisto, ero emozionata come la mattina di Natale, come prima di partire per New York. Mi sono fatta bella, bella per te. Ho messo l’intimo sfizioso, il tacco alto, il rossetto giusto. Ti ho trovato un po’ sottotono, dal morale dimesso, ma mi hai comunque fatta emozionare. Ti camminavo incontro e sorridevo. Mi hai fatto stare bene. Mi fai stare bene. In settimana voglio rivederti. Tante e tante volte. Perché di te non ne ho mai abbastanza. Mi hai fatto perdere la testa. Ti amo, Milano.…
Category Of Storie di tutti i giorni
Il mio canto libero
Sono fortunata. Perché non lavoro, amo visceralmente il mio mestiere, è tutta la mia vita. Ma ultimamente mi sentivo sfiduciata, svuotata, creativamente spenta. Poi si è riacceso qualcosa. Ho ritrovato lo slancio, la voglia. Soprattutto il mio cuore è tornato a battere per quello che ho sempre saputo fare meglio: raccontare storie. E stamattina sono incappata in delle storie meravigliose: potenzialmente solo delle interviste, poi man mano proseguiva il racconto, sentivo un filo rosso legarmi all’anima dell’altra persona. Siamo finite entrambe in pianto. Ma un pianto bello, grato alla vita, che ti ripaga facendoti incontrare le persone di cui hai bisogno al momento giusto. Poi ho avuto l’onore di ascoltare la storia direttamente dalla bocca di suo figlio di uno dei pubblicitari italiani più famosi e creativi di sempre, che negli anni Settanta diede vita a casa sua a una comune di artisti, in cui soggiornarono anche Mogol e Battisti: lì ebbe i natali “Il mio canto libero”. Le emozioni…
Ciao, Maria
Stamattina ho pianto dopo tanto tempo. Alla notizia della tua partenza, mi sono abbandonata al dolore. Era tanto che non piangevo. Che non piangevo per il dolore dell’anima, intendo. E non so nemmeno perché ho pianto per te. Non eravamo amiche, eravamo colleghe, ma non di scrivania. Eppure quel giorno di tre anni fa, mi scrivesti per propormi un lavoro. “Perché sei brava e perché ti stimo. Ma come sta Matteo?”. Come stavi tu, che avevi quello che aveva Matteo. No, non il cancro, anche. Ma un’anima bella, manifestata a noi comuni mortali dal vostro sorriso infrangibile, insopprimibile, indomabile. Ci siamo sentite qualche volta poi, come stai? Bene, era la tua risposta. Andava sempre bene a voi eroi. Troppo poche, mi son detta stamattina. Dovevo scriverti di più, per farti sapere che non eri sola. Ma poi mi son trovata sola io, e il dolore era troppo e così, eccomi a non poterti più scrivere davvero. Ho chiesto come sei…
Rispetto
Non amo mai parlare “per sentito dire”, né per esempi negativi. Amo portare alla luce la luce, perché c’è. C’è sempre. Oggi si parla di donne, di violenza sulle donne. Di donne violente con le altre donne, di uomini. Di uomini violenti in un milione di modi. E non tutti hanno a che fare con gli schiaffi. Spesso basta una parola: un vaffanculo, un grazie mancato, uno “scusa” mai arrivato. E il buco nel cuore è fatto. E si allarga, come quando l’acqua plasma la roccia. Poco a poco. Ecco, io avevo al mio fianco un uomo che amava le donne. Tanto, profondamente, intensamente. Ha amato me più di tutte. Mai una parola fuori posto, mai un insulto, nemmeno quando era incazzato con me. Una carezza, un abbraccio, quello sempre. E con le parole, come ci sapeva fare. Mi ha scavato dentro, ma erodendo la muffa che mi si era attaccata all’anima. Credevo di essere meno di ciò che sono,…
Pantera nera e SuperTeo
Ti eri tatuato la Pantera nera sul braccio, perché quella notte a Torino, nel freddo dell’inverno, a vedere “Black Panther” da solo, dicevi che era stata la più bella della tua vita. Perché avevi realizzato che eri l’uomo che volevi diventare e lo sei diventato davvero. Era tra i tuoi supereroi preferiti, il primo nero. Così come amavi Deadpool, il primo e unico supereroe col cancro, ma immortale. Anche Chadwick, l’attore che ha dato il volto alla Pantera nera, non ce l’ha fatta. Cancro al colon preso troppo tardi, se ne è andato troppo presto. Come te. Anche qui però muore la persona, ma il supereroe che era rimane per sempre. Come te. Ora vi sarete incontrati nelle savane eterne. Comincia a essere un posto sicuro lassù. Non dimenticatevi di noi.…
Come i cavalloni
Questo è il pontile da cui mia mamma ha imparato a nuotare: mi raccontava sempre che da piccola mio nonno Ido per insegnarle una cosa di cui aveva paura, l’aveva lanciata in acqua da questo molo. E così, nella difficoltà, aveva imparato a stare a galla, quella volta e poi per sempre. La paura è come con i cavalloni: se li affronti, rimanendo in piedi, rigido come una tavola, ne vieni travolto, facendoti anche un gran male. Ti ci devi tuffare, per capire non solo che puoi sopravviverle, ma anche che sott’acqua ti puoi godere la sensazione e il momento.…
La dodicesima stanza
Ieri ho cominciato a piangere alle 7 e ho smesso alle 22, quando mi sono rintanata sotto le coperte, dicendo addio al mondo. Ieri, tra un dolore e un altro, ho appreso della morte di Ezio Bosso. Non lo conoscevo, non di persona e non bene quantomeno, ma ho pianto. La mia amica dice che la vecchiaia unita all’isolamento mi stanno aprendo le cateratte. Ma no, invecchiando, invece, sto imparando a piangere per ciò che lo merita davvero. Ed Ezio è tra queste. Ieri era una di quelle giornate in cui pensare che al mondo ci fosse anche una persona come lui, mi aiutava ad andare avanti. Invece no. Lui questo mondo lo ha lasciato. Lo conoscevo per quello che si può leggere e vedere di lui su Internet. Ma no, lo conoscevo in realtà anche per questo: 3 anni fa, un’amica di Teo e mia, insieme alle due sorelle, raggiunse Bosso, ai tempi direttore del Verdi di Trieste, e…
Un passo verso l’altro
In questo momento drammatico ognuno aiuta, facendo il suo: i medici soccorrono e guariscono, i politici amministrano, i commessi fanno in modo che gli scaffali non siano mai sforniti. E noi comuni mortali? Oltre a rispettare le regole – che è già tutto quello che possiamo fare perché il pericolo rientri -, possiamo mettere al servizio i nostri talenti. Ieri sera al telefono con una mia carissima amica e collega, che tra le tante cose è anche food blogger, mi ha detto: “A me non va di dire la mia o di dare il bollettino dei morti al posto della Protezione Civile, io so cucinare, quindi continuo a ispirare le persone con i miei piatti. Perché è quello che so fare con più amore”. Proprio oggi mi hanno scritto persone diverse per diversi motivi: una ha scritto a Teo, ringraziandolo per le nostre dirette a base di meditazioni e riflessioni; una mi ha scritto, ringraziandomi di averle fatto scoprire la…
Come stai?
Sia la nonna Isetta che la nonna Teresa avevano un’abitudine. Prendevano la rubrica del telefono, si avvicinavano al telefono a rotella, inforcavano gli occhiali e facevano il giro di telefonate ai parenti vicini e lontani per sentire come stavano. Un’abitudine ereditata dalla mia mamma e per cui la prendevo in giro. Oggi, in questa situazione d’emergenza, ho preso il cellulare e mi sono messa a chiamare: amiche, colleghe, persone che non sentivo da un po’. Ho mandato messaggi, vocali, ho fatto almeno una decina di telefonate. E solo per sapere come stavano. Solo due settimane fa avrei considerato questa giornata tempo perso; oggi invece la considero una giornata che mi ha arricchito, che mi ha lasciato qualcosa. Una mia amica, dopo il mio vocale, mi ha richiamato, dicendomi: “Ma tu hai scritto a me solo per sapere come stavo? Ma non ero abituata, nessuno l’ha mai fatto. Grazie”. Nel mondo di prima non eravamo più abituati alle cose più ovvie,…
Amore è protezione
“Hai festeggiato San Valentino?”. “Sì, Teo stava bene, perciò mi ha portato fuori. Un regalo inaspettato, io così felice. E tu?”. “Io no, ma va”. “Ma dai, perché no? A breve partirà anche, gli mancherai”. “Ma va, non ce n’è bisogno”. “Magari per te. Ma per lui passare del tempo insieme è una rassicurazione. Ti racconto questo. L’altro giorno sono andata dalla commercialista a imparare la fatturazione elettronica. Niente di difficile, ma le cose amministrative/burocratiche mi mandano in crisi, tanto che son tornata a casa molto agitata, ansiosa di mettermi al pc per provare a farne qualcuna da sola. Ebbene, Teo senza dire una parola, mi si è seduto di fianco. Ho fatto tutto da sola, ma il solo averlo lì mi ha tranquillizzato. Allo stesso modo, io prima di andare a letto, lavo sempre la faccia, perché so che Teo si rasserena se lo faccio. A me non costa nulla e lui si addormenta quieto. L’amore è protezione, fare…