Quando sono via per lavoro e chiamo Teo per sapere come sta, la prima cosa che gli chiedo è “Hai mangiato?”. E non solo perché questa cura è molto debilitante e ha bisogno di energie, ma perché se mangia, vuol dire che ha appetito, quindi che sta bene. Oggi a mezzogiorno non aveva molta fame, essendosi svegliato tardi, così a metà pomeriggio lo vedo passare dal corridoio con del tè e dei biscotti: “Posso?”, mi chiede con occhi dolci. “Devi”. Perché se mangia vuol dire che ha appetito, quindi che sta bene. Lui è l’unico per cui potrei sperimentare in cucina, per cui mi metto a cucinare col sorriso. Perché se mangia sta bene. Perché così mangia anche il mio amore. Elsa Morante sosteneva che la più bella, la più vera, l’unica frase d’amore è: “Hai mangiato?”. Oggi il mio Amore si misura in grammi di pasta, biscotti e fettine di pollo. E va bene così.…
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Zuppa d’amore
L’amore ancora non ho ben capito che cos’è. Credo assomigli a lui, che tornato a casa dopo una giornata all’ospedale, si mette a cucinare il suo piatto forte, e ti regala un sorriso gigante e pieno di soddisfazione, guardandoti riempire la terza ciotola. Un po’ come quando da piccola guardavi tuo nonno abbrustolire la polenta sulla stufa e dartela per merenda o come quando si metteva a fare il minestrone per tutta la famiglia, che sobbolliva per non so quante ore e tu rientravi da scuola e in casa sentivi quell’odore di verdura e amore. Sì, credo che l’amore somigli proprio a questo.…