Non sono la persona forte che tutti credono che sia. O almeno, non sempre. Nascondo così bene le mie fragilità che le mie richieste d’aiuto vengono prese sotto gamba, spazzate via da una risata o da una cazzata. Così diventano profondi abissi di tristezza dalla quale fatico a riemergere, perché peggio del non chiedere aiuto vi è solo un sos ignorato o sminuito. Domani è settembre, il mio mese preferito, il mio vero capodanno. Di solito, lo accoglievo con molto entusiasmo e tanti buoni propositi. Quest’anno i giorni che l’hanno preceduto sono stati carichi di riflessioni, pensieri e prese di coscienza. Non ho l’allegria né la cieca fiducia di un tempo, ma ho la consapevolezza. Mi sono vista allo specchio e non mi sono piaciuta, sono appesantita nel corpo e nell’anima. Così ho iniziato ad alleggerirmi: inanellando delusioni ho cominciato a fare piazza pulita. Via relazioni finite, via conversazioni sterili, via false aspettative. Ora il mio cuore è un parcheggio…