Non sapere quando si potrà uscire di nuovo di casa. Non sapere quando si potrà andare in vacanza, per la verità non sapere nemmeno se ci si potrà andare. Disdire gli appuntamenti all’ultimo minuto. Rimandarli a non si sa quando. Domani potrò andare a far la spesa? Come saremo messi domani? Il benessere ci ha abituati a vivere proiettati costantemente nel futuro. La malattia ci costringe a vivere giorno per giorno. Perché domani non sai come potresti stare, dove potresti essere. Io e Teo ne sappiamo qualcosa. A questo vivere eternamente nel presente, senza poter fare uno straccio di programma per il futuro, siamo abituati. Fa paura, è difficile, lo sappiamo. L’arte dei piccoli passi richiede molto tempo per essere assimilata. Ma se c’è qualcosa che possiamo imparare da questa situazione paradossale è proprio questa. Far tesoro dell’ora, dell’oggi: non c’è lezione più preziosa. [Now playing: “How soon is now?” – The Smiths]…
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Piccoli gesti
Piccoli gesti. C’è bisogno di piccole cose, di un pensiero in pillole per sentirci amati, vivi. Più volte in questi giorni, mi è capitato di leggere su Facebook status di miei amici che invocavano piccoli gesti, un segno, un accenno per ritrovare la fiducia di andare avanti, nella vita e in una storia. Perché è dalle cose piccole che si può partire e fare la differenza. Le cose grandi spaventano, abbiamo bisogno di segni a misura d’uomo per non sentirci scoraggiati da subito. Spesso, anche in una storia, le promesse grandi possono spaventare: il per sempre viene rifuggito perché troppo impegnativo, così anche il matrimonio, troppo formale. Allora, perché non partire dalle cose piccole, dai piccoli passi, fatti uno per volta, con calma senza fretta? Spesso ci proiettiamo con ansia e spasimo in un desiderio affannato di futuro, rischiando così di appannare il presente. Un errore che ho fatto anch’io in passato: pensavo, volevo, desideravo un domani, quando invece trascurando…