Nella nostra casa potenzialmente avrebbe potuto esserci tanta tristezza, tanto dolore, tanta sofferenza. O almeno, a questo ero preparata. Convivere ogni giorno con la malattia è qualcosa che alla lunga sfibra. E non nascondo che non mancano i giorni bui, quelli in cui è anche solo difficile trovare il modo di parlarsi, talmente pesa il cuore. Ma sorprendentemente in casa nostra si ride. E tanto. Di quelle risate che ti manca il respiro, che ti scendono le lacrime dagli occhi, che non riesci a smettere. Quando ci inseguiamo per casa, quando ci facciamo il solletico, quando non ci prendiamo sul serio. Rido tanto che mi esce il cuore dagli occhi. “Una risata vi seppellirà”, urlavano cinquant’anni fa. Per ora, mi sta solo salvando, perché ho la consapevolezza che se dovessi morire adesso, morirei felice. Ma felice davvero.…
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Una risata ci seppellirà
“Durante la notte nessuno dei due muove un muscolo. Restate sdraiati inerti come due sassi. Questa posizione è nota anche come ‘sesso coniugale’”. Rido, e di gusto, anche. Questa è una delle chicche che ho letto di sfuggita, ma continuando nella lettura ne trovo altre, ugualmente divertenti e altrettanto vere. Oggi mi è stato recapitato a casa questo libro dalla copertina azzurra e invitante dal titolo ‘Matrimonio. Un manuale di sopravvivenza’, edito dalla DeAgostini, e l’ho trovato un pensiero graditissimo: primo, perché non riesco a smettere di leggerlo; secondo, perché la copertina ricorda un bel ghiacciolo all’anice, con quell’azzurro che fa cielo e che fa mare, una lettura rilassante, insomma. Un trattato semiserio dove l’autrice Tessa Clayton mette alla berlina un’istituzione seria come il matrimonio, non inteso come cerimonia e giorno dei festeggiamenti, no: tutto quello che ne viene dopo, “finché morte non ci separi”. Una serie di luoghi comuni di cui tutti abbiamo sentito parlare, ma di cui nessuno…