Sono fortunata. Perché non lavoro, amo visceralmente il mio mestiere, è tutta la mia vita. Ma ultimamente mi sentivo sfiduciata, svuotata, creativamente spenta. Poi si è riacceso qualcosa. Ho ritrovato lo slancio, la voglia. Soprattutto il mio cuore è tornato a battere per quello che ho sempre saputo fare meglio: raccontare storie. E stamattina sono incappata in delle storie meravigliose: potenzialmente solo delle interviste, poi man mano proseguiva il racconto, sentivo un filo rosso legarmi all’anima dell’altra persona. Siamo finite entrambe in pianto. Ma un pianto bello, grato alla vita, che ti ripaga facendoti incontrare le persone di cui hai bisogno al momento giusto. Poi ho avuto l’onore di ascoltare la storia direttamente dalla bocca di suo figlio di uno dei pubblicitari italiani più famosi e creativi di sempre, che negli anni Settanta diede vita a casa sua a una comune di artisti, in cui soggiornarono anche Mogol e Battisti: lì ebbe i natali “Il mio canto libero”. Le emozioni…
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A story about love
Io credo che nulla nella vita succeda per caso, ma che tutto contribuisca a un disegno più grande, che sul momento fatichiamo a comprendere, ma che poi presto o tardi si rivela. Per esempio, prendete me: negli ultimi mesi me ne è successa di ogni. Cani scappati e investiti, ospedale un giorno sì e un giorno sì, lavoro traballante, Teo dalla salute incerta… Ho avuto più volte la tentazione di fuggire dalla mia vita. Ma è proprio in questo periodo che mi hanno contattata per due progetti diversi, ma che hanno entrambi lo stesso minimo comun denominatore: il coraggio e l’esempio. Il primo è un’intervista che leggerete presto e che mi ha fatto Clemente Donadio per la rubrica “Storie uniche”: “Sai, sei una persona che ha qualcosa da dire e da insegnare” e io non ho potuto che acconsentire lusingata. Il secondo è la partecipazione come speaker al grande evento “A story about love”, ideato e organizzato da Elisa Mocci:…
Come nelle favole
Non so se sia mai capitato anche a voi, ma tutte le volte che alla domanda: “Qual è il tuo sogno?”, io rispondo: “Sposarmi e avere una famiglia con il mio attuale compagno”, la controbattuta che scatta in automatico è sempre: “Uuuh, spusas no!” (traduzione dal dialetto milanese all’italiano: Non sposarti!), come se il matrimonio fosse il male peggiore che ti possa capitare e come se io fossi completamente matta a rovinarmi la vita con pargoli e… pargolo cresciuto! Non so se tutte queste persone fossero serie, ma so per certo che sono molte e tutte le volte, mi lasciano un sapore amaro in bocca. Per fortuna che io sono una bastiancontrario, ovvero tu dimmi di non fare una cosa ed io ce la metterò tutta per riuscirci. “Non riuscirai mai a diventare giornalista!”: fatto. “Non riuscirai a organizzare quella tal cosa in così poche ore”: fatto. “Non ti sposare”: è nella to do list. E ci riuscirò (questione di…