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Tag Of storie di vita

  1. novembre 22, 2019

    Il mio Deadpool

    • Strettamente personale
    Il mio Deadpool

    Voi sapreste riconoscere un supereroe? Lasciate che vi racconti una storia. Da circa 150 ore la vita di Teo è stata stravolta per l’ennesima volta, sconquassata dell’ennesimo tornado che dovrebbe salvargli la vita, ma che per il momento gli procura solo un enorme ammasso di dolore. L’altro giorno si siede per cenare. “Come va?”, gli chiedo. “Be’, vedila così: ora riesco a camminare”. Ecco, credo che un supereroe sia colui che riesce a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. E a trarne il buono. E a insegnare agli altri che la vita vale sempre la pena di essere vissuta, soprattutto con l’esempio.…

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    by Francesca Favotto | no comment
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  2. novembre 11, 2019

    Nessun dolore

    • Strettamente personale
    Nessun dolore

    Stasera durante la mia prima ricostruzione gel, l’estetista ripulendomi le unghie dalle cuticole, mi dice: “Sentirai un po’ di dolore”. Passa l’attrezzo, ma non sento nulla. “Senti male?”. “Nulla”. Cambia la punta, la ripassa: “Ora?”. “Nulla”. “Caspita, che soglia del dolore alta”. Sì, ho sempre saputo sopportare il dolore molto bene, che fosse un mal di testa o una pessima notizia: ciò che per gli altri sono lacrime e disperazione, per me non è quasi nulla. Quasi come se avessi fatto il callo al dolore, così come la pelle intorno alle mie unghie si è ispessita per non soffrire. Ho avuto più fendenti nell’anima che nel corpo: ma poi che differenza fa? Perché alla fine si dice che sia la gioia ad annientare il dolore. Cazzate. È il dolore ad anestetizzare il dolore. La gioia invece ti restituisce il sorriso, quindi la vita.…

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    by Francesca Favotto | no comment
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  3. ottobre 25, 2019

    Non più io, ma noi

    • Strettamente personale
    Non più io, ma noi

    Voi lo sapete cos’è l’amore? Lasciate che vi racconti una storia. Ieri in un messaggio mi hanno chiesto di Matteo. Rispondendo, mi sono sorpresa a scrivere: “Dobbiamo fare una visita…”. Un istante dopo mi sono destata e ho corretto: “Deve fare…”. È lui che deve fare la cura, che deve fare le visite, che deve lottare. Ma ormai ci sono talmente dentro che tutto ciò che lo riguarda, riguarda anche me. Quando va all’ospedale, ci vado anch’io; quando fa le visite, vengo visitata anch’io; quando si cura, mi curo anch’io. Quando soffre, soffro anch’io. Forse è proprio questo l’amore: smettere di essere un io per diventare un noi. Un’entità più forte e più salda di quanto avremmo potuto mai essere da soli.…

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    by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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