Non sapere quando si potrà uscire di nuovo di casa. Non sapere quando si potrà andare in vacanza, per la verità non sapere nemmeno se ci si potrà andare. Disdire gli appuntamenti all’ultimo minuto. Rimandarli a non si sa quando. Domani potrò andare a far la spesa? Come saremo messi domani? Il benessere ci ha abituati a vivere proiettati costantemente nel futuro. La malattia ci costringe a vivere giorno per giorno. Perché domani non sai come potresti stare, dove potresti essere. Io e Teo ne sappiamo qualcosa. A questo vivere eternamente nel presente, senza poter fare uno straccio di programma per il futuro, siamo abituati. Fa paura, è difficile, lo sappiamo. L’arte dei piccoli passi richiede molto tempo per essere assimilata. Ma se c’è qualcosa che possiamo imparare da questa situazione paradossale è proprio questa. Far tesoro dell’ora, dell’oggi: non c’è lezione più preziosa. [Now playing: “How soon is now?” – The Smiths]…
Tag Of tempo
Fare la differenza
Ieri ho fatto la differenza. Niente di eclatante, una cosa piccola piccola, che ero solita fare, ma che poi per svariate ragioni ho dovuto interrompere. Oggi dopo qualche mese ho riaccompagnato Teo all’ospedale: era un mio compito negli ultimi anni, ma da qualche mese per via delle tante incombenze di lavoro non ero più riuscita ad assolvere. Niente di che: si tratta di accompagnarlo e aspettare che faccia la visita con l’oncologa e vada in farmacia a ritirare la cura. Tutto qui. Una questione di qualche ora, tra autostrada e ospedale. Di solito, poi noi abbiamo un rituale: finita la visita, ci fermiamo a mangiare in un locale carino lì davanti, così la trasferta ci sembra meno triste. “Era da tanto che non venivamo qui…”, mi dice oggi con un sorriso dolce. Spesso, nell’ultimo periodo mi tornava a casa sempre sfatto e incazzato; ieri dovevate vederlo… era felice e sorridente e non sembrava nemmeno che eravamo stati al Monza Village. Oggi faccio il…
A tempo determinato
“Driiinn, driiin!”. “Pronto?”. “Sì, Francesca sono io, mi ha chiamato la dottoressa, ha detto che ancora non si sa nulla. Purtroppo con le feste di mezzo, è così”. “Beh, a questo punto saranno belle notizie: se mi fanno aspettare per sapere gli esami e in più mi danno poi notizie di merda… sarebbe da picchiarli!”. “Beh, non è detto…”. “Su, signora, pensiamo positivo!”. Nel frattempo… “Driiin! Driiin!”. “Pronto?”. “Sì, ciao Fra, si sa niente?”. “No, ancora nulla, appena so ti dico. Sto morendo…”. E su Facebook… “Allora?”. “Nulla ancora”. “Facci sapere, né!”. “Sì, ok!”. Ansia, ansia a mille. E intanto comunque dover lavorare, perché vallo a spiegare tu ai clienti che la tua testa non c’è, vaglielo a spiegare tu che hai altro di ben più importante cui pensare. In un istante, potresti toccare il cielo con un dito o essere catapultato direttamente nell’ultimo girone dell’inferno. E non dipende da te. “Driiin, driiin!”. Corro per la casa verso il cordless,…
E se non ci fosse più tempo?
Dedicato a te. Manchi. Franco aveva il sole negli occhi, e anche un velo di tristezza, ma appena accennato, visibile solo a chi non poteva mentire perché lo conosceva troppo bene. Franco amava stare in compagnia e condividere tutto: il cibo, le esperienze, la vita che passava, anche le paure e le delusioni. Amava gli abbracci, perché quando lo faceva non ti lasciava andare più, stringeva e stringeva, come se avesse dovuto essere l’ultimo. E se l’avessi saputo che quello sarebbe stato il nostro ultimo, non ti avrei più lasciato andare. Franco se n’è andato in una gelida notte d’inverno, ormai due anni fa, a bordo della sua auto. Amava guidare, vivere veloce e così se n’è andato. Uno schianto, e poi la notte. Franco era un mio amico, un amico di famiglia, poi diventato un fratello per me. Entrò nella mia vita, dopo essere entrato in quella di mia sorella, era il suo ragazzo, il suo ‘morosino’ alle…