Sono in ritardo nello scrivere i post dei miei blog, che strano, non mi succede mai in questa mia frenetica vita. Poco importa, la cosa bella dei pensieri è che sono concetti universali: valgono due settimane fa, valgono anche oggi, almeno per me.
Due settimane fa era la ricorrenza del 25 aprile, non v’è bisogno che spieghi cosa significa questa data per l’Italia. Ebbene, nel mio piccolo paesello l’Amministrazione Comunale ha affisso il solito avviso del corteo con la celebrazione davanti al monumento dei caduti di quest’importante anniversario. Nottetempo, il manifesto – anzi, tutti i manifesti pubblicati in tutto il paese – sono stati imbrattati con della vernice spray nera. Il colore potrebbe essere indicativo dei colpevoli, ma non è affare mio fare supposizioni o illazioni su chi possa essere stato, non avendo alcuna certezza.
Di due cose però sono molto certa: la prima, il mio rammarico e la mia profonda amarezza nel veder fare un simile gesto. Si voleva esprimere un dissenso? Si voleva far capire che non si era d’accordo, che la ricorrenza è inutile, cosa? Ci si voleva solo divertire? Ci si voleva solo far notare? Volevan far parlare di sé? In quello son riusciti, ma cosa hanno ottenuto? La manifestazione si è tenuta lo stesso e non mi pare di aver sentito nessuno che abbia contestato in diretta, anzi. Tutto si è svolto in modo tranquillo. Quindi?
Da qui, scaturisce la mia seconda riflessione: che mondo è quello in cui non ci si può esprimere liberamente, in cui non si può avere un’opinione differente? Si può essere in disaccordo, ma è il gesto a essere maleducato e controproducente: se non condividi il significato della ricorrenza e hai una fede politica diversa può starci, ma imbrattare il cartellone, quello no. Quello è voler mettere a tacere una voce diversa dalla mia, è prevaricare, è non avere argomentazioni. Perché se le avessi, magari se ne potrebbe parlare. E invece, nessuno si è fatto vivo, poi.
Le idee, i valori possono essere diversi per ciascuno di noi, ma ciò che non deve mai mancare è la volontà di confronto e il rispetto dell’altro. Come diceva quella citazione: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo». Ecco, al di là di ogni sorta di liberazione dal nemico, la più grande liberazione che possiamo regalarci oggi è quella dalla presunzione, dalla maleducazione e dall’arroganza.

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