“Hai mai fatto scorrere le tue dita lungo il muro
e hai sentito un brivido sulla schiena,
mentre stavi cercando la luce?”.
Iron Maiden
Esterno, notte.
Emma, 3 anni, è in coda con la mamma per farsi firmare il libro giallo da Matteo: “Mamma, loro l’hanno fatto col buio”.
“Sì, hanno fatto la presentazione col buio”.
“Non hanno paura, loro”.
“No, amore, non hanno paura del buio”.
Come vorrei dirle che invece sì, mi fa tanto paura il buio, che il buco nero, l’abisso, in cui sono sprofondate le coscienze ultimamente mi terrorizza. E però l’altra sera ho visto tanta luce.
Ho visto Giulia, 17 anni, raccontare di voler fare il medico “perché mia nonna ha un tumore ed è finita in mano a dei medici senza cuore. E io voglio fare la differenza, voglio aiutare le persone”. Ho visto Yasemen portare con orgoglio il velo e non sentirsi discriminata per questo, anzi “qui non sono razzisti”. Ho visto delle giovani ragazze amare visceralmente la lettura e la cultura e il sapere e non averne mai abbastanza. Ho visto un giovane papà arrivare da Matteo con gli occhi lucidi: “Anche mio figlio è un piccolo guerriero, questo disegno l’ha fatto lui, per te”. Ho visto una giovane donna fare con amore il suo mestiere, tanto da organizzare con fatica e sacrificio festival e rassegne sulla lettura e i libri “perché amo e credo in quello che faccio”. Ho visto tante braccia e sorrisi stringersi intorno a Matteo e tanta voglia di andare avanti, nonostante i problemi, i patimenti quotidiani, la sofferenza, consapevoli che solo insieme si può.
Ho visto riaccendersi una luce. Ché non è tutto come vogliono farci credere, basta aprire gli occhi. Ché è più facile scegliere la scorciatoia del disfattismo e della menzogna. Ché le cose belle richiedono sacrificio e impegno, ma si possono ottenere solo se si lavora insieme. Ché un futuro bello è possibile: per me, per noi, per tutti.
Cara Emma, non ho più paura del buio. E se lavoriamo bene, tutti insieme, forse non dovrai averne più nemmeno tu.

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