“Voglio andare a casa, la casa dov’è,
la casa dove posso stare,
io voglio andare a casa, la casa dov’è,
la casa dove posso stare in pace con te”.
Jovanotti
Ho sempre sognato una casa grande, con un grande tavolo al centro, che potesse accogliere attorno tante mani e altrettanti cuori. Una casa che non fosse solo una casa, ma una fucina di pensieri, di idee, di progetti. Una casa dove tutti possano sentirsi accolti, coccolati, come a casa propria. Una casa dove non importa se sei giovane o vecchio, storpio o sano, colorato o trasparente, tu vai bene così come sei. Una casa dove c’è sempre un letto pronto per ospitare e un pacchetto di patatine per fare festa. Una casa dove si ha sempre voglia di venire e non si ha mai voglia di andare via. Una casa dove le sedie intorno al tavolo sono tutte spaiate, ma i cuori sono tutti appaiati. Una casa dove non regna la perfezione, la tovaglia è sempre sporca, si rompono più bicchieri di quanti si dovrebbero e per terra ci sono più peli di Buzz che addosso a lui, ma a nessuno importa perché non è quello che conta. Una casa dove tutti girano a piedi scalzi perché ne hanno voglia e si sentono liberi. Una casa dove ogni amico sa dove trovare i bicchieri e le posate. Una casa dove non vi sono padroni di casa che fanno gli onori, ma persone che è un onore avere in casa. Una casa con un grande giardino dove cogliere le prugne e assaporare l’alba che sa della rugiada di campagna.
E che bello sapere, una volta chiusa la porta e rimasti soli, che lui desidera la stessa cosa. Una casa FavoLosa, insomma. Dove l’amore genera condivisione e la condivisione è tutto quello che occorre, non serve altro.

No Comment