Mezzanotte passata. L’Epifania tutte le feste si è portata via, così dicono. Sono chiusa in bagno da mezz’ora. Shibu è fuori che uggiola perché vuole entrare. Io fisso lo specchio e non riesco a muovermi. Ho freddo, anche se il calorifero è bollente. Guardo il mio rossetto sbavato e il rimmel che cola. Le lacrime hanno lavato via tutto. Eccola qui la donna forte. “Sei serena?”, mi hanno chiesto solo un’ora prima. “Sì”, ero sincera. Poi è calato il gelo. Ho realizzato di non avere certezze. L’America non è più…
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Hibakujumoku
Hibakujumoku. In giapponese son quattro ideogrammi che stanno a significare “albero esposto a radiazione nucleare”. Così infatti sono stati rinominate quelle piante che sono sopravvissute alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki: un’esplosione di calore pari a 40 volte quello del sole, castelli, case, cose rase al suolo, annullate, come se non fossero mai esistite. Ma loro no. Danneggiate, azzoppate, sconquassate, scarificate, dilaniate, erose. Ma non distrutte. Ancora lì, a testimoniare che la vita c’era, prima del giorno che azzerò la Storia. La primavera seguente rigermogliarono dalle radici e dal…
Costruttori di sogni
È un periodo di merda, senza perifrasi. Tutto chiude, tutto involve, tutto fa paura, tutti han paura. Niente dura, niente progredisce. Eppure in questo momento di cemento, vedo un moto di resistenza. Un fiore dallo stelo fragile che cerca di bucare la coltre di asfalto che lo opprime. Tanti giovani, tanti colleghi che non si fermano all’apparenza, ma progettano, ideano, creano, rilanciano. Nel primo lockdown si son fatti venire delle idee, nel momento dell’allentamento ci hanno lavorato, e ora, nonostante la stagnazione, vanno avanti, senza paura. Non ho mai discusso…
Respirare senza affanno
Il cancro mi aveva già insegnato a vivere giorno per giorno. Il Covid-19 ha sparigliato le carte e mi ha insegnato a vivere secondo per secondo. Non si possono più nemmeno fare programmi da qui a domani: dire “A settimana prossima” sembra darsi appuntamento a fra un anno. Continuo comunque a programmare l’agenda per la settimana seguente ogni domenica sera: mi dà un senso di normalità, mi placa l’ansia, anche se novembre è tornato a essere quasi bianco. Così queste 24 ore di fuga dalla realtà mi sono sembrate una…
Un senso a questa situazione
Ogni due settimane si aggiunge un tassello alla libertà. È sempre più possibile andare ovunque, con chiunque. Ma io mi sto accontentando di vedere gite, luoghi e aperitivi solo in fotografia. E mi sa che lo farò ancora per un po’. Un po’ sono invidiosa, lo ammetto, mi manca l’uscire spesso di prima, ma là fuori non è ancora un posto sicuro e per Teo è sempre più faticoso farlo. “Se vuoi puoi uscire, come tutti gli altri”, mi ha detto l’altro giorno. “Voglio uscire, ma ancor più voglio il…
Breve storia delusa
So di per certo che al 97% di chi mi chiede: “Come sta Teo? Come stai tu?” frega il cazzo della risposta. O che tanto la Favotto risponde sempre con un: “Stiamo abbastanza bene, teniamo botta”, e quindi la coscienza è a posto. D’ora in poi comincerò a dire che va tutto male, che stiamo male, perché è così che va, ma senza dare spiegazioni, perché tanto appagherebbero solo la vostra curiosità morbosa. Magari così vi vengono quei due sensi di colpa che vi spingono a rispettare le regole, a…
La Fase 2 senza disegnino
Vediamo, cerco di spiegarvela semplice e breve, senza grafico. Se ci richiudono in lockdown, Teo non si cura. Se non si cura, si aggrava. Se si aggrava… E come lui, tanti altri milioni di persone. E tra queste persone, son sicura che avete almeno un caro o un conoscente. Perciò, tutti ligi alle regole e al dovere, e non rompiamo i coglioni, intesi?…
La consapevolezza della scelta
Io capisco chi si lamenta per ciò che accade, davvero. Ma non può essere per tutto. Imparate ad amare almeno ciò che avete scelto, altrimenti finirete per subire ogni cosa.…
La fine
Voi ci pensate mai alla fine? Alla vostra, intendo. Niente di astratto, proprio alla morte. Come sarebbe se me ne andassi, cosa lascerei, cosa resterebbe. Io spesso, e ne parlo anche. Fuor di retorica, vorrei esser deposta nella nuda terra, anche cremata va bene. Niente accrocchi ipocriti né di parole né di persone. Sulla lapide la scritta “Pigra, sincera e stronza”. Niente fiori, ma un cicchetto alla mia. Quando lo racconto, mi apostrofano con un “Ma cosa pensi!”. Perché no, invece? Quando abbiamo smesso di pensarci? Un tempo alla morte…
Venerdì Santo
Due sono i giorni per me intoccabili: il Natale e il Venerdì Santo. Il primo per la gioia, il secondo per il dolore, due facce della stessa medaglia chiamata vita. Nel Venerdì Santo si partecipa al cammino di dolore di Cristo, dalla flagellazione alla crocifissione. È un momento intenso, che da qualche anno è diventato sempre più mio. Mentre Teo se n’è allontanato per il troppo dolore, io invece ho voluto guardarlo dritto in faccia. Non potendo immedesimarmi nei patimenti di Cristo, ho però sempre fin troppo bene compreso cosa…