Al mondo c’è una credenza popolare che dice che per fare felici le persone occorrano grandi sforzi, sia creativi che economici. E invece, no. Per far felici le persone occorre in primis esserci, rendersi partecipi della vita altrui e quindi, con poco, far sentire la propria presenza.
Settimana scorsa è stata una settimana pesante per me: tra il tempo plumbeo, degno di novembre, tra preoccupazioni varie ed eventuali per il lavoro e per chi amo, tra l’avvertire un futuro incerto e un po’ caracollante, tra il sentirmi sempre in difetto e la causa delle insoddisfazioni altrui, ecco che ero parecchio giù di morale. Ma è bastato accennarlo appena in chat al mio fidanzato, che nemmeno un quarto d’ora dopo, era sotto casa mia con in mano due Kinder Bueno e una margheritina di campo, colta nel suo giardino. Un gesto semplice, anche banale all’apparenza, ma che vuol significare: “Io ci sono, sono qui, e voglio che tu sorrida”. Alla fine, non son serviti gesti eroici nè dispendiosi, ma solo la volontà si stare accanto a chi si ama con i mezzi che si avevano a disposizione.
Che spesso ci nascondiamo dietro mille scuse: non ho i soldi, non ho tempo, non ho i mezzi per farlo… ma in realtà, l’unica verità è che non si ha voglia e basta. Portare un fiorellino, prendere la macchina e andare ad abbracciare chi amiamo, scrivere un sms, fare una telefonata, portare un bombolone per addolcirgli la giornata son tutti gesti che richiedono davvero un nonnulla e possono potenzialmente svoltare la giornata di chi li riceve.
Basta nascondersi dietro un dito: per essere migliori e aiutare il mondo a essere migliore basta davvero poco, come cantava il Blasco. Occorre la voglia di mettersi in gioco e di uscire dalla propria tana, di mostrarsi per come si è e di avere il coraggio di scegliere il bene, il bene che si cela dietro un sorriso, il bene che genera sempre il bene.

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