A quanti di voi l’abitudine rende felici? Immagino a nessuno, di solito si tende a rifuggirla, a cercare il nuovo che possa un po’ sconvolgerci la vita. Ebbene, a me settimana scorsa mi ha donato un’immensa felicità tornare alle cose di sempre, in particolare a una, con cui seppure nell’ultimo periodo ho avuto un rapporto burrascoso, ma che non riesco a non amare: la pallavolo.
Mancavo in palestra da due settimane, vuoi per motivi di lavoro, vuoi per motivi personali, e iniziavo a sentire sia i muscoli abbandonarmi che la voglia di allenarmi salire sempre di più. Tornata dal viaggio ai Caraibi, l’indomani avrei potuto allenarmi, tornando finalmente ai bagher e ai palleggi, ma sfiga vuole che mi è venuta la tallonite e quindi ho dovuto rimandare ancora di un paio di giorni. Non vi dico, finalmente, la gioia di rivedere i miei compagni, tornare a correre, a saltare, a ridere e a scherzare! Alla fine, la pallavolo e in particolare questa squadra, fanno parte della mia vita da più di vent’anni e sebbene, appunto, nell’ultimo anno ho vissuto con lei un rapporto di alti e bassi, dovuto più a certe persone che allo sport in sè, non potrei mai immaginare la mia vita senza gli allenamenti e la gioiosa abitudine che essi comportano. Perché possiamo rifuggirla quanto volete, provare ad allontanarci e a dire che non ne vogliamo più sapere, ma se una cosa ci fa stare bene e ci piace, non possiamo farne a meno e cerchiamo un compromesso per continuare a farla, senza soffrire.
Così è stato e sarà sempre tra me e la mia squadra: abbiamo avuto un periodo di assestamento, in cui io ho ridimensionato il mio ruolo e ho cercato di ridisegnarlo in base alle esigenze mie e della squadra e ho trovato la giusta misura per cui continuare a farne parte, ma senza starci male se non vengo presa in considerazione come vorrei. Perché alla fine lo sport ti insegna anche questo: a essere migliore non solo per te, ma soprattutto per la squadra; che tutti sono utili ma nessuno è indispensabile; che uniti da qualche parte si va, da soli si rimane fermi; ma soprattutto che l’abitudine può essere una cosa bella, quando hai qualcuno che ti aspetta e hai trovato un posto dove ti senti come a casa.

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