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“Ci vuole un fisico bestiale”

maggio 12, 2015

A quanti di voi l’abitudine rende felici? Immagino a nessuno, di solito si tende a rifuggirla, a cercare il nuovo che possa un po’ sconvolgerci la vita. Ebbene, a me settimana scorsa mi ha donato un’immensa felicità tornare alle cose di sempre, in particolare a una, con cui seppure nell’ultimo periodo ho avuto un rapporto burrascoso, ma che non riesco a non amare: la pallavolo.

Mancavo in palestra da due settimane, vuoi per motivi di lavoro, vuoi per motivi personali, e iniziavo a sentire sia i muscoli abbandonarmi che la voglia di allenarmi salire sempre di più. Tornata dal viaggio ai Caraibi, l’indomani avrei potuto allenarmi, tornando finalmente ai bagher e ai palleggi, ma sfiga vuole che mi è venuta la tallonite e quindi ho dovuto rimandare ancora di un paio di giorni. Non vi dico, finalmente, la gioia di rivedere i miei compagni, tornare a correre, a saltare, a ridere e a scherzare! Alla fine, la pallavolo e in particolare questa squadra, fanno parte della mia vita da più di vent’anni e sebbene, appunto, nell’ultimo anno ho vissuto con lei un rapporto di alti e bassi, dovuto più a certe persone che allo sport in sè, non potrei mai immaginare la mia vita senza gli allenamenti e la gioiosa abitudine che essi comportano. Perché possiamo rifuggirla quanto volete, provare ad allontanarci e a dire che non ne vogliamo più sapere, ma se una cosa ci fa stare bene e ci piace, non possiamo farne a meno e cerchiamo un compromesso per continuare a farla, senza soffrire.

Così è stato e sarà sempre tra me e la mia squadra: abbiamo avuto un periodo di assestamento, in cui io ho ridimensionato il mio ruolo e ho cercato di ridisegnarlo in base alle esigenze mie e della squadra e ho trovato la giusta misura per cui continuare a farne parte, ma senza starci male se non vengo presa in considerazione come vorrei. Perché alla fine lo sport ti insegna anche questo: a essere migliore non solo per te, ma soprattutto per la squadra; che tutti sono utili ma nessuno è indispensabile; che uniti da qualche parte si va, da soli si rimane fermi; ma soprattutto che l’abitudine può essere una cosa bella, quando hai qualcuno che ti aspetta e hai trovato un posto dove ti senti come a casa.


abitudine Alla ricerca della felicità duemilaecredici pallavolo
by Francesca Favotto | no comment
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“Benvenuti in paradiso”
“Estate”

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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