Sono qui al computer, ho di fianco a me la mia micia che dorme beata, e il suo respiro costante e regolare mi quieta. Anche il cielo questa sera mi ha fatto il dono immenso di un tramonto di fuoco stagliato contro le montagne. Finalmente un attimo di serenità, finalmente la pace, nell’anima e nel cuore. E l’ho interpretato come un segnale di speranza. Nelle ultime ventiquattr’ore ho provato per l’ennesima volta la perversa, sottile e fottutissima paura di perderlo, ma per sempre. No, non come quando si litiga, ci si dice parole di fuoco e si medita di mandare l’altro a quel paese, facendolo uscire per sempre dalla nostra vita. No, non come quando su un sentiero di montagna, uno dei due lascia la via maestra per un’escursione fuori programma e l’altro inizia a urlare per la vallata, pensando di essere stato abbandonato. No, non così, perché in questi casi, si può sempre tornare indietro, trovare le parole migliori…
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Quel sogno chiamato famiglia
Natale strano, questo appena passato. Iniziato in sordina, poi mi è esploso nel cuore, come solo il Natale sa fare. Incapace di trattenere i sentimenti e la gioia e costretta a reagire con un sorriso per scacciare le difficoltà dell’ultimo periodo, ho avuto modo di apprezzare ancora di più le cose belle che mi circondano e di rivedere le mie priorità: ho amici stupendi, che mi riempiono la vita di abbracci e risate; una famiglia meravigliosa, che non mi fa mai mancare l’affetto necessario per andare avanti e un ragazzo che mi fa innamorare ogni volta che mi guarda negli occhi, che mi manca già quando è presente e con il quale vorrei al più presto farne una mia, di famiglia. In questi giorni, mi sono molto interrogata sul perché certe cose capitino in determinati momenti o a determinate persone, così mi sono chiesta come mai questo periodo di tensione e lacrime sia capitato a me proprio sotto Natale. La…