Mi manca da morire il contatto fisico. Non sono un’abbracciona, ma se decido di ammetterti nel mio spazio prossemico, allora ti voglio accogliere totalmente. Voglio aprire le braccia e donarti il mio calore. Voglio sentire i nostri cuori che battono all’unisono. O il mio in battere e il tuo in levare. E se non siamo così intimi, quantomeno voglio stringerti la mano, sentire se la mia energia è in armonia con la tua. O scambiare i canonici due baci, quelli che mescolano gli odori e ti dicono se di quella persona puoi fidarti. Gli abbracci che davo e ricevevo avevano il potere di riattaccarmi insieme. Non poter abbracciare mia sorella, gli amici, una collega che non vedo da tempo, mi toglie qualcosa. E adesso che avrei bisogno di ricompormi, di sentirmi intera, la vita ancora mi strappa brandelli di cuore. Come faccio a individuare la strada da seguire, se non posso ascoltare il mio cuore? Ma non in senso letterale,…