“Thank you India Thank you terror Thank you disillusionment Thank you frailty Thank you consequence Thank you thank you silence”. Alanis Morissette Ieri era il quarto giovedì di novembre. Voi direte: embè? Era un giorno uguale agli altri: ho fatto la spesa, il bucato, sono andata a prendere la bimba a scuola etc. E invece no: mentre noi vivevamo una giornata di ordinaria follia, in America era il Thanksgiving Day: milioni di famiglie si sono sedute intorno allo stesso tavolo con i propri famigliari e amici e insieme hanno ringraziato Dio per quanto di bello e buono è capitato loro durante l’anno o nella vita in generale. Davanti ad un tacchino ripieno, ci si riconcilia, ci si confronta, si ritorna a scoprire il contatto fisico e umano in un’era di social network, si parla, si ride. Si vive. Ho sempre pensato che a tavola non si può mentire, ognuno si svela per quello che è: c’è quello taciturno che mangia…