Questo è il mio albero. È un albero sghembo, il piede destro dovrebbe aderire bene alla coscia sinistra e stare più su, il ginocchio dovrebbe aprirsi di più, le braccia dovrebbero stare più dritte. Ma quando ho iniziato yoga, il piede destro non arrivava nemmeno al ginocchio e le braccia non riuscivo a tenerle nemmeno davanti al petto nella posizione di preghiera. Sto ancora migliorando, ma ora sto nella posizione, e ci sto comoda. C’è voluta tanta pratica, e non mi sono mai data per vinta. Soprattutto non mi sono mai detta: “Non ce la faccio”. Nello yoga come nella vita. Piuttosto: “Con questo metodo non mi riesce, cambio modalità”. Perché le parole sono importanti, le parole sono già azioni. Dire la parola giusta o sbagliata cambia tutto nel modo di affrontare la vita. Ieri Teo è stato male. Tornando a casa, mia suocera mi fa: “Non sta bene”. Nel pomeriggio, però, passata la burrasca, gli era tornato un filo…
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Dalla parte giusta del letto
Siamo tornati. Dalla nostra mini vacanzina, intendo. Ci siamo portati dietro i nostri sorrisi, le nostre foto, i nostri abbracci, i nostri baci, i nostri pranzi e cene preparate con quello che c’era nel frigo, la presenza rassicurante dell’altro nel corso della giornata, le nostre discussioni, i nostri mano nella mano. Siamo tornati da solo un giorno e già spuntano fuori i problemi. Non che là non ne abbiamo avuti, di problemi. Anzi. Ma essere insieme vuol dire averli risolti già per metà. Oggi sono qui, sola, con la testa che gira, dovrei scrivere ma non riesco, avrei bisogno di lui vicino per sentire che tutto potrebbe andare già meglio per il fatto che lui è lì di fianco a me. Solo l’altro ieri abbiamo avuto una discussione pesante, quelle in cui senti di aver sbagliato, quelle in cui ti senti una merda perché sai che in parte lui ha ragione, quelle in cui lui per un attimo non ti…
In viaggio
Ci siamo. Siam qui a 300 km dal casino, dai problemi, dalla stanchezza, dalle preoccupazioni (non dal lavoro, che per quello c’è sempre il wi-fi a portata di click, ma del resto a noi piace quello che facciamo, quindi nessun peso). Siamo io e lui e una settimana per ritrovare noi stessi. Dopo tutto il trambusto degli ultimi mesi, e gli ospedali e il lavoro e le operazioni e le notti insonni, ora abbiamo deciso di premiarci con una minivacanzina. Una settimana in cui saremo solo io e lui, cucinerò io, farò il bucato (se occorre), ci sfonderemo dei nostri film preferiti e ci coccoleremo e parleremo, tanto. Che l’unico problema che non ho mai avuto da quando sto con lui è quello di non sapere che dirgli. Sì ok, già di mio sono logorroica, ma non è questione di parlare tanto e a vanvera, è proprio che abbiamo sempre avuto qualcosa da condividere, di cui parlare, da progettare. Spesso…