Ci siamo. Siam qui a 300 km dal casino, dai problemi, dalla stanchezza, dalle preoccupazioni (non dal lavoro, che per quello c’è sempre il wi-fi a portata di click, ma del resto a noi piace quello che facciamo, quindi nessun peso). Siamo io e lui e una settimana per ritrovare noi stessi. Dopo tutto il trambusto degli ultimi mesi, e gli ospedali e il lavoro e le operazioni e le notti insonni, ora abbiamo deciso di premiarci con una minivacanzina. Una settimana in cui saremo solo io e lui, cucinerò io, farò il bucato (se occorre), ci sfonderemo dei nostri film preferiti e ci coccoleremo e parleremo, tanto.
Che l’unico problema che non ho mai avuto da quando sto con lui è quello di non sapere che dirgli. Sì ok, già di mio sono logorroica, ma non è questione di parlare tanto e a vanvera, è proprio che abbiamo sempre avuto qualcosa da condividere, di cui parlare, da progettare. Spesso sento di coppie che dopo un po’ esauriscono gli argomenti, o addirittura non ne hanno mai avuti, e si sentono perduti, quasi impauriti di restare da soli, perché “E mò, che gli dico a questo?”. E invece no, non ho per nulla paura di rimanere da sola con lui, anzi, non vedo l’ora. Che poi, dove non arrivano le parole, arrivano i baci.
E un altro mito da sfatare dei viaggi di coppia. Spesso sento mia mamma, quando entra in modalità nostalgica – mammamodello e parla con le sue amiche di quando erano giovani, dire loro: “Eh sì, questi ragazzi che vanno in vacanza prima del matrimonio, poi non si gustano il viaggio di nozze, perché hanno già provato l’ebbrezza di andare via da soli, mentre per noi era la prima volta”. A parte che per il viaggio di nozze sarà IL Viaggio con la V maiuscola, quello che non avremo mai mai fatto, ma che abbiamo desiderato da una vita. E poi, sarò ancora più felice di condividere quest’esperienza proprio con lui, la persona con cui non mi annoio quando siamo da soli, con cui riesco a parlare di tutto e nel frattempo a crescere, e che ho scelto per il viaggio più emozionante di tutti: quello della vita.
Che forse non dipende dalla meta o se è la prima o la centesima volta che lo fai con lui: forse a fare i viaggi sono le persone, siamo noi. Un viaggio lo si ricorda con piacere o con disprezzo a seconda di chi ci ha fatto compagnia in quell’occasione. Ecco, ricordo con nitidezza ed emozione ogni nostro viaggio, nell’attesa che altri ancora si aggiungano al mio personalissimo album dei ricordi.
Che poi se proprio devo dirla tutta, di una sola cosa ho davvero paura: del fare la valigia, l’ansia di mettere dentro tutto e di non dimenticare nulla, lo scegliere i vestiti giuste e le scarpe giuste e il caricabatterie e fai la lista della spesa. Ma poi, guardo più a fondo, e dentro ci vedo solo noi due, questa pace e il nostro essere a “300 km di curve dalla vita”, parafrasando il buon Bersani (Samuele, eh!). E la paura se ne va.
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