“L’acqua cheta rovina i ponti”. Oppure “Ne uccide più la lingua che la spada”. Cos’hanno in comune questi due proverbi? Apparentemente nulla, ma se si sostituisce all’acqua e alla lingua, la parola orgoglio, allora hanno tutto. Ho visto rapporti finire, guastarsi, andare in malora, più che per fatti oggettivi, proprio per l’orgoglio. Un sentimento talmente potente, che però o ce l’hai o non ce l’hai. Chi ce l’ha, è convinto di essere sempre nel giusto, nonostante gli sbagli; chi non ce l’ha, è convinto di essere sempre nell’errore, nonostante non abbia fatto nulla di male. Perché, per carità, non si tratta di non sbagliare: lo sbaglio è alla base della natura umana, la caducità è il nostro mestiere, facciamo più errori che segni della croce, ma non facciamo abbastanza mea culpa. Perchè il nodo sta tutto lì. Possiamo anche aver capito di aver sbagliato, magari siamo anche arrivati a chiedere scusa, ma far corrispondere dopo azioni che denotino un certo…
Tag Of perdono
Come una coperta
Quando ci si lascia, soprattutto se non è una decisione consenziente, ma una scelta subita da parte di uno dei due, attore passivo nel teatro della coppia, laddove lei ti dice: “Non provo più per te quello che provavo prima”, la reazione possibile o l’unica immaginabile è: urlare, spaccare tutto, insultarla e poi lanciarle un mucchio di anatemi, e poi ancora indirizzarle improperi irripetibili e poi rimanere incazzato con lei, perché era il grande amore della tua vita, e dove ho sbagliato io, e perché io non ero il tuo, e cosa ho fatto di male. E fanculo. Non si sa se si arriva mai alla completa riparazione del cuore, a una imparziale autoanalisi e a una piena consapevolezza di quello che si era insieme e di quello che si è diventati da soli, tale per cui poi può arrivare spontaneo il perdono e il recupero del rapporto con un’altra veste. O l’interruzione definitiva. In settimana mi è capitato di…
Elogio del litigio
Litigare: ci si scontra, ci si fa male ci si violenta, ci si ferisce. Ci si uccide, a volte. Con le parole o anche fisicamente. Litigare significa che qualcosa non va, aver raggiunto il punto di rottura, a volte di non ritorno. Per poi tornare insieme. Si accumulano tensioni, risentimenti, mai detti, mal detti e si scaricano come un tornado sull’altro, magari senza pensarli davvero. O senza pensare e basta. Alle conseguenze, alle ferite e alle cicatrici che inevitabilmente lasceranno. Starà poi a noi voler o imparare a ricucire lo strappo, prendere ogni coccio e rimetterlo insieme. Lavoro intenso e faticoso, quello di stare insieme, già. Ma nessuno, neppure coloro che arrivano a vivere una vita insieme, ci ha mai detto che sarà facile. Ci illudiamo dopo i primi mesi di sorrisi, farfalle fuori e dentro lo stomaco e occhi a cuoricino che tutto sarà una favola. Ma poi si scopre che non è così. Al primo no, al primo…
Per-dono
Lo sapete qual è la causa maggiore di litigi o separazioni? Non è lui che lascia i calzini in giro per tutta la casa e nemmeno la mamma di lei, che si palesa nei momenti meno opportuni. No. È la mancanza totale di saper chiedere scusa quando si sbaglia, è l’orgoglio. La convinzione di essere dalla parte giusta sempre e comunque, la non voglia di mettersi in discussione anche solo per un secondo e l’addossare all’altro tutte le colpe e la responsabilità di far crescere il rapporto, l’arroccarsi nella propria torre, aspettando che sia lui a venire implorante da noi e non scendere dal proprio piedistallo per cercare di capire: questo ci frega. Quante volte è capitato anche a me, orgogliosa fino al midollo, di essere convinta di aver ragione, quando poi analizzando bene i fatti tutta quella ragione non ce l’avevo? O quante volte, discutendo ma sempre con il sorriso, facevo capire a Teo che aveva sbagliato nei miei…