Stanotte Teo si è messo a russare. Forte. Capita di rado, ma capita. Così l’ho toccato dentro, per farlo girare. Ma niente. Mi ha svegliata. E mi sono messa a guardarlo. Non arrabbiata ma felice. Perché significa che stava riposando – cosa molto rara, ultimamente. E soprattutto che respira. Non ce n’è: la malattia ti cambia la prospettiva. L’amore ti cambia gli occhi.…
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Negli occhi il mare
“Abbiamo fatto bene a venir via di casa due giorni?”. Lo sapevo che mi avresti fatto questa domanda. Perché quando non stai bene tu e soprattutto non sta bene chi ami, l’unica cosa sensata da fare ti sembra rimanere a casa, rimanergli accanto. Ma arriva un punto in cui rimanere immersi nella sofferenza rischia di farti impazzire, di farti sbattere contro il vetro come una mosca disperata. Ed è così che devi salvaguardarti, anche allontanandoti. Com’è che dicono? Durante i disastri aerei, prima di aiutare gli altri, bisogna indossare per primi la mascherina dell’ossigeno. Per non mettere in pericolo sé e gli altri. Ecco, in queste 48 ore siamo tornati a respirare: abbiamo parlato, abbiamo camminato nell’acqua, abbiamo fatto nuove conoscenze, scherzato, abbiamo visto posti nuovi. Abbiamo rivisto il mare. Ora che non siamo nemmeno tornati a casa, ma siamo ancora sul treno, siamo già stati risucchiati dalle preoccupazioni e dai problemi e il tuo viso è già crucciato di…
Ogni respiro conta
Respirare è l’atto più sottovalutato che c’è. Respirare non dovrebbe essere qualcosa di donato a tutti. Ma tant’è. Siccome nasciamo con due polmoni funzionanti, creati per tenerci in vita attraverso quel movimento involontario, reiterato, abituale, non ce ne rendiamo conto e lo maltrattiamo, il respiro. Lo inquiniamo con sostanze malefiche: molti potrebbero pensare al fumo, allo smog; ma fa assai più male respirare l’atmosfera di un ambiente cattivo, pieno di cattiverie, di critiche, di maldicenze. Lo sprechiamo, aprendo la bocca per nulla: facendo promesse che non manterremo, facendo rimostranze inutili, esprimendo opinioni non richieste, lamentandoci per ogni piccola cosa, senza però beninteso fare nulla per cambiare, perché sia mai, sono gli altri a dovermi dimostrare sempre qualcosa, io sono già perfetta perfettissima così. Accidenti, Dio, con il respiro non l’hai fatta giusta: dovevi crearci programmati per fare un tot di respiri al minuto, chessò dieci, così ci passava la voglia di sprecarne, anzi stavamo lì a centellinarli, come si fa…