“Abbiamo fatto bene a venir via di casa due giorni?”.
Lo sapevo che mi avresti fatto questa domanda. Perché quando non stai bene tu e soprattutto non sta bene chi ami, l’unica cosa sensata da fare ti sembra rimanere a casa, rimanergli accanto. Ma arriva un punto in cui rimanere immersi nella sofferenza rischia di farti impazzire, di farti sbattere contro il vetro come una mosca disperata. Ed è così che devi salvaguardarti, anche allontanandoti.
Com’è che dicono? Durante i disastri aerei, prima di aiutare gli altri, bisogna indossare per primi la mascherina dell’ossigeno. Per non mettere in pericolo sé e gli altri.
Ecco, in queste 48 ore siamo tornati a respirare: abbiamo parlato, abbiamo camminato nell’acqua, abbiamo fatto nuove conoscenze, scherzato, abbiamo visto posti nuovi. Abbiamo rivisto il mare.
Ora che non siamo nemmeno tornati a casa, ma siamo ancora sul treno, siamo già stati risucchiati dalle preoccupazioni e dai problemi e il tuo viso è già crucciato di nuovo. Ma questo non fa che avvalorare la mia tesi: abbiamo fatto bene a stare lontano da tutto per un po’. Perché per 48 ore ti ho rivisto sorridere. Per ricordarci come si fa nei momenti bui che ci aspettano.
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