“Definitemi all’antica, ma il matrimonio è un’unione sacra che andrebbe affrontata con la massima attenzione”. “Non si è sposata quattro volte?”. “Sì, cara. E questo fa di me un’esperta, non credi?”.
Dal film “Quel mostro di suocera”
Ecco, questo è soltanto uno dei molti dialoghi al vetriolo tra Viola, madre di un brillante chirurgo che decide di sposare Charlie, precaria caliente, nella commedia con Jane Fonda, Jennifer Lopez e nientepopodimenoche quel gran gnoccolone di Michael Vartan.
Perché la suocera è quella persona che non avresti mai chiesto nella tua vita, ma che ti ritrovi nonostante, come quelli optional che fanno parte dell’all inclusive, ma di cui facevi volentieri a meno, tipo gli animatori che ti sfracassano i maroni per fare acquagym quando tu vorresti solo prenderti il sole e basta. Per dire. È colei da cui non puoi prescindere, perché diede i natali al tuo grande amore, l’uomo della tua vita, senza cui non vivresti e blablabla… ma senza di lei, sì. Però. Eppure. Non perde occasione per palesarsi e quando lo fa… è un po’ come la pioggia torrenziale in una giornata di luglio. Insomma, mai una gioia.
Esiste anche un suocero, alcune obietteranno. Certo che sì, ma chissà come mai, sono sempre dei gentili signori, avvezzi a farsi i cavoli loro o a riservare le migliori parole alle nuore, mentre nei confronti dei generi, manco a dirlo, basta che abbiano in comune la squadra del cuore o gli stessi interessi e l’intesa è fatta. Mistero dell’essere maschio. Amen. (Invece che darlo alla Madia, il Ministero della Semplificazione Renzi avrebbe dovuto darlo a un uomo. Forse solo quello).
Invece tra signore è sempre una lotta: perché tu non coccoli mio figlio, e guarda come gli hai stirato le camicie, e sta parmigiana vegetariana non è consistente, infatti mio figlio è deperito… e insomma, per le fantastiche suocere noi non saremo mai alla loro altezza. (E sticazzi no, anche perché mi arrogo l’eterno diritto di potergli dire che è un pirla quando lo è o penso che lo sia, cosa che invece loro: “No, mio figlio è un santo!” e poi sotto sotto lo pensano. Ecco).
Parlandone l’altra sera, salta fuori Y., 30 anni, che pronta per andare a convivere – e pronta anche la casetta, da inaugurare proprio questo weekend – si ritrova a fare un favore a sua suocera, la quale si prende non solo un dito, ma tutto il braccio: “Mi aveva chiesto se sua figlia poteva fare la doccia a casa nostra perché a casa loro non funzionava, però mai avrei pensato che avrebbe chiamato lì una sua amica per farle vedere la casa e poi avrebbero ordinato la pizza! Cioè, hanno vissuto casa mia… prima di me!”. Grande il disappunto per lei, che è due notti che non ci dorme! O come le suocere che vogliono mettere il becco ovunque, anche nelle scelte più delicate, come quella dell’abito da sposa, momento sentitissimo e personalissimo: “Qui in atelier ne vedo di ogni – racconta Katia – Ma soprattutto sono le suocere – non le mamme! – a puntualizzare ogni cosa: e questo è troppo scollato, e così non si entra in chiesa, e il mio sì che era un vestito da sposa… Ma potrà scegliere in pace sta povera ragazza?”. Ma il caso più ‘disperato’ me l’ha raccontato S., 33 anni: “La mia ex suocera… ha provato ad allattare mio figlio! Beccata in flagrante, la sua giustificazione fu che secondo lei, io non avevo più latte e il bambino si calmava anche solo cucciando e quindi voleva avere riprova di questa cosa. Ovviamente, mio figlio, oltre a rifiutare la tetta, ha continuato a disperarsi affamato”.
La mia amica Martina tuonerebbe con un “Cooosaaa?!”, Sara direbbe: “Non ci siamo proprio!”.
Ma per fortuna, non tutte le suocere vengono per nuocere: ci sono anche quelle su cui si può fare affidamento, delle alleate preziose, quasi seconde mamme. Come per D., 32 anni e una suocera impeccabile: “Non posso proprio lamentarmi: non è impicciona, dispensa consigli solo su richiesta e l’anno scorso mi è stata vicinissima e di grande aiuto, quando mia mamma è stata male”. Stesso discorso per L.: “All’inizio mi era ostile, forse perché gelosa, ma ora deve aver capito che con il suo pupillo faccio sul serio e mi vuole un gran bene: oggi per esempio, ci siamo fatte le unghie insieme!”. E la mia? Per ora non mi posso lamentare: forse un po’ troppo apprensiva e accomodante, per ora cerco di giustificarla, pensando a quanto ha sofferto e a quanta paura deve aver provato temendo di perdere quel suo unico figlio. Una cosa che ci accomuna e ci stringe ancora di più. Oltre al suo buon gusto nello scegliere i vestiti e nel regalarmeli sempre al momento giusto. 😉
Insomma, le suocere son come le Superga: o le si odia o le si ama. Ancora non ho conosciuta nessuno che rimane loro indifferente.
“Cavoli, sento i vostri racconti agghiaccianti, ma io comunque avrei voluto conoscerla la mia”, racconta Martina. Perché anche ai peggiori nemici… si dà sempre una chance, prima di arrivare a volerli chiudere in uno stanzino buio e asfissiante e buttare la chiave. “Hai visto la targhetta sopra il campanello, bellina vero? Ecco me l’ha regalata mia suocera, forse l’unica cosa buona che ha fatto al mondo”, dice Y. “No dai, ha fatto anche il tuo fidanzato, su”, chiosa Sara. Sempre guardare al bicchiere mezzo pieno. Sempre.
Se non esistessero le suocere bisognerebbe inventale (sic!) pena il trionfo dell’arido razionalismo proprio del pensiero moderno! Secondo me tutte queste leggende metropolitane potrebbero essere nate dall’esigenza di “fregare” gli illuministi… si saranno detti: – facciamoli ridere!- Evidentemente pensavano ad un riso amaro… infondo la loro critica rigorosa mira a fornire un’immagine esatta della realtà… lo stesso Foscolo scrive “Illusioni! Grida il filosofo.” Dunque anche la fantasia è messa al bando… ma la suocera – e mi duole dirlo!- esiste ed esiste proprio per dimostrare loro il “teorema delle ragioni del cuore”. I luoghi comuni che orbitano intorno all’amore sembrano dire loro: -perché tutti questi ostacoli non sono bastati a farti cambiare idea? Sentiamo!-
Un saluto 🙂
Grazie Rossella, che offri sempre un punto di vista diverso cui non avevo pensato. 😉 Un abbraccione!