Amore mio grande e santo,
è notte fonda, e dovrei dormire, ma se non faccio prima questa cosa non mi riesce di prender sonno. Sono qui rintanata nel tuo studio, seduta sul tappeto su cui dorme Nara. Qui dove plasmavi tutti i tuoi sogni, li immaginavi, li cesellavi, poi con l’argilla della forza di volontà e di un’indomita determinazione davi loro una forma e li rendevi reali. C’è una tale energia qui dentro, tutto parla di te… Appena seduta, il cuore ha iniziato a battermi all’impazzata, poi ha mancato più di un battito. Nel linguaggio morse tre puntini seguiti da sei trattini alti significano “ti amo”. Il tuo modo per parlarmi ancora.
Losino, anche stavolta l’hai fatta grossa: mannaggia, guarda quanta gente c’è qui per te, un immenso mare giallo, una distesa di girasoli che guardano a te perché tu eri, anzi sei, il sole. Ma tu facevi sempre le cose in grande, non eri affatto mediocre, ma nemmeno ti accontentavi del buono: tu puntavi al massimo e ci arrivavi sempre.
Non organizzavi tornei di calcetto e 24 ore, ma veri e propri appuntamenti e raduni leggendari; non avevi amici, ma una famiglia di fratelli; non hai preso semplicemente un cane, ma ben due; non hai fatto una vacanza, ma il viaggio della vita in Giappone; non hai pubblicato un libro per chiunque, ma ben due e per Mondadori; non hai avuto una storia seria, ma un Amore per la vita e oltre.
Me lo dicevi sempre che ero la ragazza dei tuoi sogni, e io: “Allora hai gli incubi”, e tu mi apostrofavi, dicendomi che un giorno mi sarei vista con i tuoi occhi e avrei capito. Ora ho compreso tutto il percorso che mi hai spronato a intraprendere negli ultimi mesi: volevi che io imparassi ad amarmi come mi amavi tu, in modo da essere pronta quando tu non ci saresti più stato a dirmi: “Quanto sei bella”.
Sapevamo entrambi che sarebbe arrivato questo giorno, ma tu lo sapevi meglio. Tu sapevi sempre tutto meglio. Verrebbe quasi spontaneo dire che quel bastardo ha vinto. Ma no. No. No. Non ha vinto e sai perché? Perché tu te ne sei andato con gli occhi pieni gioia e un sorriso beato. Non incazzato, nè frustrato, ne disperato. Eri felice nel tuo momento più duro. Che soddisfazione c’è a uccidere un uomo che è in pace? Avrà preso il tuo corpo, ma la tua anima mai. La tua anima che ora è dappertutto, è immensa, è infinito, troppo grande per essere ancora contenuta nel tuo esile corpicino. Prima eri solo mio, perché i corpi hanno il difetto di delimitare, contenere, definire. Ora sei di tutti. Sei amore, sei luce.
Sai, stamattina mi sono svegliata e ho guardato il sole e il cielo: mai visti così brillanti e luminosi, forse solo all’Equatore li vedemmo così. Mi sono gustato quell’attimo di eterno a occhi chiusi e cuore gonfio di gratitudine perché in quell’istante c’eri tu.
Amore mio immenso e fragoroso, avrei ancora un milione di cose da dirti, ma ce le diremo man mano, cullandoci nei sogni, a occhi chiusi e aperti. Ora ti aiuto solo a chiudere lo zaino e a metterlo in spalla perché sei in partenza. So che lo farai a piedi questo viaggio perché amavi camminare. Gustati ogni nuvola, ogni ramo frusciante, ogni raggio di sole, ogni goccia di pioggia: io quaggiù sentirò la presenza di te nella bellezza del creato e negli abbracci fraterni di chi ti amava davvero.
Solo sappi che se ti dovessi perdere o fossi stanco, verrò io a prenderti per portarti a casa, lì dove rifulge l’Amore, di cui tu ci hai dato un assaggio. Sì, proprio come recita una delle tue canzoni preferite di Jess Glynne: “Prenderai tu il volante, se perderò il controllo? Se me ne stessi disteso qui, mi porterai a casa?”, dice. Si amore guiderò io come sempre, a te non piaceva, lo sappiamo.
Ora ti lascio andare davvero, ma prima di farlo in modo definitivo volevo farti un dono. Avremmo dovuto sposarci a breve e io oltre ad aver già immaginato il mio abito da sposa, e il momento esatto in cui ti avrei detto sì per sempre, avevo sognato anche il momento di festa con le nostre tre famiglie – le due di sangue e quella di cuore -, in particolare desideravo con tutta me stessa dedicarti una canzone a me impressa nelle viscere e nell’anima. Niccolò sembra averla scritta per noi due. Non potendolo fare più in quel frangente, te la dedico ora. Ascoltala con grande cura e immaginaci ballarla alla flebile luce delle candele accese per noi.
Sei stato energia, bellezza, ispirazione, sogno, sorriso, preghiera, perdono, ricongiunzione, assoluzione, cambiamento, anima, spirito, spinta, è tutto ciò che di buono e bello c’è su questa Terra. Sei stato e sarai per sempre Amore. Per me sei tutta la mia vita. Il senso, il tutto.
Ci rivediamo presto, ti correrò incontro e mi prenderai in braccio, come abbiamo sempre fatto, per vivere un altro giorno insieme. Il mio cuore trabocca di gratitudine, tu sei un dono di Dio, nome più giusto di Matteo non poteva esserci per te.
Buon viaggio, ti vedo già incamminarti con Buzz. Ma non ti starò troppo lontana, non ci sono mai riuscita e mai ci riuscirò.
Ti amo, ma di un amore ineffabile e incontenibile. Invincibile.
La Tua per sempre Principessa Bimba Franci
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