Arieccame. Sono di nuovo qui, armata di mouse e pronta ad affrontare l’ennesimo test sulla futura vita a due. Si intitola Test your wedding dress e stavolta dovrebbe svelarmi il quarto segreto di Fatima riguardo all’abito da sposa giusto per me. Speriamo. Perché anche in questo caso, come in quello dell’addio al nubilato, non ho assolutamente idea di come lo voglia. O meglio, qualche vaga idea ce l’avrei, ma non mi sento affatto sicura, come invece molte mie amiche che, ancora alle medie, sapevano già esattamente come sarebbe stato e, oh, quando si sono sposate erano vestite esattamente così. Potere della coerenza e dei gusti decisi. Dicono che succeda come in amore, quando avviene il colpo di fulmine: nel perenne tour tra atelier alla ricerca dell’abito dei sogni, quando si vede the one, quello giusto, si sente tipo un tuffo al cuore e lo si sceglie tra mille altri, senza remore. Sì, però magari avere le idee precise prima, mi eviterebbe il pellegrinaggio infinito che nemmeno il cammino di Santiago.
Fortuna che c’è questo test di style.it, che potrebbe salvarmi la vita e indicarmi la via. Partiamo. La prima domanda già mi mette in crisi: come sarà il tuo abito da sposa? Ti ho già detto che non lo so, uffi! Vabbè, tra le tre opzioni – classico a gonna ampia, a sirena o corto – non ho dubbi: opto per il primo, anche se quelli a meringa, stile Principessa Sissi non mi entusiasmano più di tanto. Però, del resto, mi ci vedete con un abito aderente, stile Una sirena a Manhattan? Seconda domanda: accessori in testa. Facile: tra fiori, velo o cappellino, scelgo i primi. Non sono mai stata un’estimatrice del velo e dei cappellini. La veletta, magari, ma credo non si adatti bene al mio viso, poco vintage. Olè, su questa sono stata brava, evvai! Terza domanda: scarpe, croce e delizia di ogni donna e sposa! Tra splendide open toe tempestate di Swarovski, decollété kitten heel e mary jane, la mia scelta cade sulle prime… salvo poi non riuscire a resistere per più di dieci minuti il giorno del matrimonio! Lo so, non sono realista. Quarta domanda: bouquet. Immancabile accessorio di ogni sposa che si rispetti, ho sempre amato quelli in controtendenza, tipo a cascata. So già che non si addicono alla mia figura, poco slanciata, ma anyway, al test rispondo scegliendo questa tipologia e cassando le altre due opzioni. Quinta domanda: accessori in generale. Cosa scegliere tra orecchini, collane di perle e guanti di pizzo? La prima, of course. Amo gli orecchini, ne ho migliaia e di tutti i colori e fogge. Amo anche le perle, ma sapevo che la tradizione non le ammette ai matrimoni, perché portano lacrime. Mi sarò sbagliata? I guanti di pizzo non fanno per me: ripeto, non sono abbastanza esile e rischierei di far sembrare le mie braccia due luganeghe pronte per il ragù. Sesta domanda: colore dell’abito. A colpo sicuro, evvai: no al bianco, mi sbatte e diciamo che per quanto riguarda la tradizione, sono… fuorilegge; no ai rosa, troppo confettosi; sì all’avorio o alle declinazioni che vanno a sporcare l’immacolato bianco. I’m a bad girl! Settima domanda: capelli. Oddio, qui sono parecchio in difficoltà: amo lo chignon, molto bon ton, ma anche la pony tail, che mi dà quell’aria un po’ radical chic. Il semi raccolto lo boccio a priori: con il frangettone che mi ritrovo, credo che non mi starebbe bene. Vada per lo chignon, allora. Ottava domanda: make up. Considerato che mi trucco pochissimo e amo l’eyeliner, scelgo l’opzione ‘Incarnato uniforme, qualche punto luce sugli zigomi e occhi in primo piano definiti dall’eyeliner’. Niente pelle di porcellana alla geisha, né trucco leggero leggero, la giusta via di mezzo.
Ok, questa era l’ultima domanda. Attendiamo un po’, suspence e… ecco il risultato: diva moderna, eclettica e glam. Davvero?! Dicono che il mio sarà un matrimonio metropolitano e soprattutto, che tutti parleranno di me. Di me?! E che ci sarà mai da dire? Mmm, questa volta il risultato non mi trova pienamente d’accordo, ma mai dire mai: magari mi sposo a New York, vista skyline e Empire State Building! Intanto, il test mi ha aiutato a fare un po’ di chiarezza in testa su cosa vorrei o non vorrei per la mia mise. Anche stavolta, quindi, nonostante il risultato, posso dire: missione compiuta!
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