Piango. E scrivo. Finalmente. Dopo tanto tempo. Se ne sono accorti, sai, che non stavo bene? “Non leggo più i tuoi post, tutto a posto?”, mi ha chiesto chi mi segue davvero. Ero come prosciugata in questi giorni: di emozioni, di sensazioni, di energie, di sentimenti. Mi do tanto a questa vita, tu lo sapevi e mi invitavi a risparmiarmi. Ora non ho più nessuno che mi dice quando fermarmi, o trattenermi, e c’è chi si nutre di questo. Son tornata alla vita, stasera. Ho visto un film, “One day”. Emma e Dexter, due amici, che amici non sono mai stati, ma che amici lo sono davvero. E si amano, di quell’amore che c’è, anche quando si è lontani. “Lei era la mia migliore amica”, dice Dexter di Emma, che non c’è più, ma c’è ancora, c’è sempre. Tu lo eri per me. L’unico che sapeva tutto quello che abitava la mia testa e il mio cuore, ancor prima che…
Tag Of per sempre
5 mesi
5 mesi, Teo. È cambiata radicalmente la mia vita. È cambiato anche l’anno. L’avresti mai detto che ci sarei arrivata salva, sana non lo so, a questo 2021? Sì, tu l’avresti detto, avresti sempre scommesso su di me. Cammino tanto, medito, leggo un sacco, scrivo scrivo scrivo, ascolto la musica a tutto volume, guardo tutti i film che ho in arretrato, dormo poco, di notte creo nella mente, il giorno creo nelle mani. Mi entusiasmo per le piccole cose, mi infiammo per le cose belle che mi stanno capitando, che poi capitando, io credo che attiriamo ciò che pensiamo di meritare. Mi sento amata, tanto. È come se la tua grande anima si fosse sparpagliata in tante anime e ora queste stiano chiamando la mia. E io le riconosco, e mi ci specchio dentro. E mi nutrono, e mi ispirano, a volte senza bisogno di parlare, anche a km di distanza. C’è così tanta energia intorno a me, segno tangibile…
Ciao, Maria
Stamattina ho pianto dopo tanto tempo. Alla notizia della tua partenza, mi sono abbandonata al dolore. Era tanto che non piangevo. Che non piangevo per il dolore dell’anima, intendo. E non so nemmeno perché ho pianto per te. Non eravamo amiche, eravamo colleghe, ma non di scrivania. Eppure quel giorno di tre anni fa, mi scrivesti per propormi un lavoro. “Perché sei brava e perché ti stimo. Ma come sta Matteo?”. Come stavi tu, che avevi quello che aveva Matteo. No, non il cancro, anche. Ma un’anima bella, manifestata a noi comuni mortali dal vostro sorriso infrangibile, insopprimibile, indomabile. Ci siamo sentite qualche volta poi, come stai? Bene, era la tua risposta. Andava sempre bene a voi eroi. Troppo poche, mi son detta stamattina. Dovevo scriverti di più, per farti sapere che non eri sola. Ma poi mi son trovata sola io, e il dolore era troppo e così, eccomi a non poterti più scrivere davvero. Ho chiesto come sei…
Tre mesi
Un altro 6 sul calendario. 3 mesi che non ci sei più. Una data che coincide con l’ennesima prova: oggi è cominciato il secondo lockdown. Il primo ero confidente, non sapevo a cosa andavo incontro, ma c’eri tu a dirmi che tutto sarebbe andato bene. In questo sono completamente da sola. Prima dovevo proteggere te da un virus malefico che ti avrebbe compromesso, ora di proteggermi dal virus non me ne frega un cazzo; mi interessa di più arrivare integra alla fine di questo cammino. Che poi chissà quando arriverà, questa fine… A me interessa arrivarci ancora fedele a me stessa. Arrivarci con quell’entusiasmo, quella voglia di vivere, che nonostante tutto non ho mai perso. Durante il primo lockdown la novità mi ha dato linfa e spinta: ho fatto nuovi progetti, ho sognato, ho segnato sulla mia agenda dei desideri. Appena si è potuto, ho dato concretezza a ciò che fino a quel momento era rimasto solo in potenza. Ora…
Due mesi
Due mesi che non sei più al mio fianco. L’altra sera ti cercavo nel lettone, mi mancava il tuo abbraccio, e le tue zampette fredde, e il tuo respiro rantoloso. Manchi anche alle bimbe: ogni tanto mi sembra che Shibu sia più triste del solito e ti cerchi, mentre Nara… be’, sai che Nara è più selvatica. Cerco di far loro da mamma e anche da papà, ma è difficile, ogni tanto accuso il colpo. Il tuo libro sta viaggiando bene, sai? La prima presentazione a Milano è stata una bomba, come dici sempre tu. Ora punto a portarlo in tutta Italia, quantomeno nelle grandi città. Io sto portando avanti i miei piccoli e grandi progetti, che tu già sai. Sono molto carica e aperta verso questo futuro sempre più incerto. Manchi terribilmente, ma ti sento in ogni gesto e sorriso e abbraccio e canzone e film e frase. In tutto. Due mesi sono niente rispetto ai 18 anni che…
Il mio per sempre
A.T. e d.T. Ante tumore e dopo tumore: così si suddivide la vita di J, e così era la vita tua. Uno spartiacque ingombrante, così grande che era impossibile da non tenerne conto. Un punto di non ritorno, un Hiroshima, un 11 settembre. Dicevi sempre che il tumore ti aveva spinto a diventare l’uomo che desideravi e che ti piaceva quello che vedevi. E piaceva tanto anche a me, al punto che è stato difficilissimo separarmene. L’uomo che eri, la presenza che sei, è ingombrante, un punto di non ritorno, un Hiroshima, un 11 settembre. Non ho timore nel dire che la mia vita si divide in un a.T. e un d.T.: ante Teo e dopo Teo. Ora tu non ci sei più e io devo andare avanti. Così ti ho lasciato andare, non perché tu non faccia più parte di me o non mi serva più, ma perché ora devo disegnare un nuovo percorso che sia solo mio. Con…
Ora ci sono io
Stamattina davanti allo specchio dopo la doccia, sentivo un fastidio. Pensavo che è vero che io e te siamo stati un prodigio insieme, e che tu mi hai aiutata a cominciare un percorso verso la donna che sono, ma che gran parte del merito del mio essere lo devo a me, e che io esisto, a prescindere da te. Sono uscita, andando a un appuntamento importante, con questa convinzione, ancora timida però, perché a pensare che noi veniamo prima di chiunque altro o di qualsiasi accadimento, ci si sente un po’ in colpa. Poi è successo. Mi hai parlato. In un modo chiaro e lapalissiano, senza giri di parole, come eri tu. Hai usato un mezzo inconsueto per farmi avere le risposte che cercavo. Alla mia domanda: “Ma come mi dovrò comportare in futuro? Il nostro noi dove andrà a finire?”, mi hai risposto: “Non parlare di me, io quello che dovevo fare l’ho fatto. Ora ci sei tu, parla…
Il mio 11 settembre
Oggi è l’11 settembre, la data che 19 anni ha cambiato tutta la Storia. Ho realizzato che proprio in quel periodo, nel 2001, giorno più giorno meno, ho conosciuto te, che hai cambiato tutta la mia storia. So che l’11 settembre ha aperto una crisi senza precedenti, ma da questa crisi son nate anche delle cose belle, delle opportunità. Tu sei stato il mio 11 settembre: mi hai colpito, demolito, disintegrato e ancora adesso vi sono le macerie a testimoniarlo. Ma da queste macerie è nato un Amore immenso, e da questo Amore tante cose belle sono uscite. E tante ne usciranno. La differenza sta tutta in come si vivono le circostanze: non serve a niente piangere e disperarsi su ciò che è stato, ma vedere cosa si può costruire con quello che è rimasto.…
Surreale ma bello
E niente, Amore mio, hai deciso di farmi piangere: ieri in tv hanno dato “Pearl harbor”, stasera “Notting hill”. E tutti sanno ormai cosa significhi questo film per me, per noi. Ti ricordi quando l’anno scorso, durante la colazione in camera al San Luis, ci siamo messi a ricordare ogni battuta e a ballare sulle note di “When you say nothing at all”, cantate da me? Hai messo un po’ di questo nostro film nel tuo libro. E stasera, a un mese dalla tua partenza, sei venuto a ricordarmi che mi ami ancora. Io ero solo una semplice ragazza, che stava di fronte a un ragazzo e gli ha chiesto di amarla. E tu l’hai fatto. Amarti sulla Terra è stato surreale ma bello. Amarti tra le nuvole ancora di più.…
Un mese senza di te
Non so dove tu sia ora, ma so che sei in un posto felice. Ancora non riesco a sognarti, ma avverto la tua presenza forte e chiara. Ora che tutto vedi, saprai che sono arrabbiata con te in questi giorni, perché mi sento persa: te ne sei andato senza lasciarmi alcuna direzione da seguire, tranne quella di prendermi cura di me. Forse l’unica eredità che conta. Ma quando ci si sente persi, il segreto è cominciare con un piccolo passo perché è l’immobilità che frega. Oggi mi piacerebbe ricominciare a camminare, mi sa che lo farò. Un mese senza di te: manchi, ma ci sei. Ti amo fin dove sei tu.…