Piango. E scrivo. Finalmente. Dopo tanto tempo. Se ne sono accorti, sai, che non stavo bene? “Non leggo più i tuoi post, tutto a posto?”, mi ha chiesto chi mi segue davvero. Ero come prosciugata in questi giorni: di emozioni, di sensazioni, di energie, di sentimenti. Mi do tanto a questa vita, tu lo sapevi e mi invitavi a risparmiarmi. Ora non ho più nessuno che mi dice quando fermarmi, o trattenermi, e c’è chi si nutre di questo. Son tornata alla vita, stasera. Ho visto un film, “One day”. Emma e Dexter, due amici, che amici non sono mai stati, ma che amici lo sono davvero. E si amano, di quell’amore che c’è, anche quando si è lontani. “Lei era la mia migliore amica”, dice Dexter di Emma, che non c’è più, ma c’è ancora, c’è sempre. Tu lo eri per me. L’unico che sapeva tutto quello che abitava la mia testa e il mio cuore, ancor prima che…
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5 mesi
5 mesi, Teo. È cambiata radicalmente la mia vita. È cambiato anche l’anno. L’avresti mai detto che ci sarei arrivata salva, sana non lo so, a questo 2021? Sì, tu l’avresti detto, avresti sempre scommesso su di me. Cammino tanto, medito, leggo un sacco, scrivo scrivo scrivo, ascolto la musica a tutto volume, guardo tutti i film che ho in arretrato, dormo poco, di notte creo nella mente, il giorno creo nelle mani. Mi entusiasmo per le piccole cose, mi infiammo per le cose belle che mi stanno capitando, che poi capitando, io credo che attiriamo ciò che pensiamo di meritare. Mi sento amata, tanto. È come se la tua grande anima si fosse sparpagliata in tante anime e ora queste stiano chiamando la mia. E io le riconosco, e mi ci specchio dentro. E mi nutrono, e mi ispirano, a volte senza bisogno di parlare, anche a km di distanza. C’è così tanta energia intorno a me, segno tangibile…
Fanculo Teo, buon compleanno
È stato qualche settimana fa. È successo, così, all’improvviso. Ho aperto l’agenda, lì dove segno i regali di Natale. I primi erano sempre quelli per te. Compleanno e Natale, mi andava via la tredicesima che non ho mai avuto. Ho richiuso l’agenda con un groppo alla gola che non ti dico. Ho realizzato che non ci sarebbe stato nessun compleanno. Il Natale sì, quello arriva sempre. Ma che cazzo di Natale, però. La tredicesima che non ho mai avuto sarebbe rimasta intatta. Per chi? Sono le 00.30 del 15 dicembre. Ho passato metà serata sul divano in silenzio a leggere un libro che mi parla di me senza di te, poi mi sono addormentata per la stanchezza, poi mi sono risvegliata di colpo e ho ricominciato a piangere, poi mi è venuto da vomitare. Fanculo, Teo. Non avevi alcun diritto di lasciarmi sola, non dopo avermi illusa che non l’avresti mai fatto. Mi avevi promesso che saresti guarito, che saremmo…
Io sono il Natale
Sapete come si fa a scacciare un pensiero brutto? Semplice, con un pensiero bello. Spesso ci crogioliamo nel dolore, perché amiamo poter lamentarci di quanto sia meschina la nostra vita, senza poi in realtà far nulla per cambiarla davvero. Oggi era il 6. Ma non un 6 qualunque. Il 6 di dicembre, il tuo mese, il nostro mese. Un anno dacché Shibu ha rischiato di morire, 4 mesi dacché tu sei morto. Davvero. A volte mi sveglio e mi dico: tra poco si sveglierà anche lui. Ma quel momento non arriva mai. Sai, quaggiù stanno cercando di rubarci il Natale in nome di un bene superiore. Ma in questo momento il mio bene superiore sarebbe avere qui con me la mia famiglia, che sei tu. Che eri tu. Oggi avremmo fatto l’albero e il presepe insieme. C’è stato un momento in cui mi son detta: “Non farlo, non hai nessun cazzo di motivo per farlo”. Ma poi oggi, un richiamo…
Per fare a meno di te
Mi hanno chiesto di te. Di rendere più tangibile la tua presenza. Se avevi lasciato qualche altro tuo scritto, qualche altro pensiero da poter condividere con altri. Ci sono. Altre cose tue, altri scritti, altri pensieri. Appena successo, sono andata nel tuo studio e ho rovistato dappertutto, mi sono intrufolata nella tua mail e nel tuo Dropbox: c’è dentro un mondo. Ho trovato anche delle lettere per me, scritte a mano, legate con un nastro, chissà quando me le avresti volute dare… Perché non avevano l’aria di essere state lasciate per essere trovate. Comunque. Ho trovato tanto altro, tanto che non so da che parte girarmi. Tanto che non so che ci devo fare. Tanto che da subito, presa dall’entusiasmo, ho detto: “Pubblicherò tutto”. Ma adesso che nella notte più scura, mi prende spesso una fitta al cuore e alla pancia, io nel tuo studio non riesco nemmeno più a entrarci. E non riesco nemmeno più a scendere in taverna,…
Tre mesi
Un altro 6 sul calendario. 3 mesi che non ci sei più. Una data che coincide con l’ennesima prova: oggi è cominciato il secondo lockdown. Il primo ero confidente, non sapevo a cosa andavo incontro, ma c’eri tu a dirmi che tutto sarebbe andato bene. In questo sono completamente da sola. Prima dovevo proteggere te da un virus malefico che ti avrebbe compromesso, ora di proteggermi dal virus non me ne frega un cazzo; mi interessa di più arrivare integra alla fine di questo cammino. Che poi chissà quando arriverà, questa fine… A me interessa arrivarci ancora fedele a me stessa. Arrivarci con quell’entusiasmo, quella voglia di vivere, che nonostante tutto non ho mai perso. Durante il primo lockdown la novità mi ha dato linfa e spinta: ho fatto nuovi progetti, ho sognato, ho segnato sulla mia agenda dei desideri. Appena si è potuto, ho dato concretezza a ciò che fino a quel momento era rimasto solo in potenza. Ora…
Tenetevi strette le vostre piccole cose
Avevo bisogno di un pensiero felice prima di addormentarmi ieri notte. Me ne sono arrivati migliaia, che mi hanno cullato tutto il giorno. “Ditemi una cosa positiva di questo 2020”, vi ho chiesto. A dispetto di quanto potessi credere, ho visto più persone positive di quanto pensassi. Chi ha partorito in piena pandemia, chi si è sposata, chi ha ritrovato se stessa, chi l’amore, chi ha imparato ad apprezzare il silenzio, chi ha capito l’importanza di avere tempo, chi quella di avere una famiglia… Siamo “gente che spera, cercando qualcosa di più in fondo alla sera”, per dirla come vent’anni fa. È bello avere speranza, perché ti fa credere di non poter perdere mai, al massimo impari. Ne so qualcosa, io, che ho continuato a sperare anche quando non c’era motivo apparente per farlo. Ho continuato a credere che ce l’avrei potuta fare anche da sola. Ma ora sto vacillando. E non perché non credo più in me stessa. Ma…
Credo nell’Amore
Una delle domande che mi fanno più spesso e che facevano anche a Teo era: “Credi in Dio?”. Perché con tutta la merda che ci è cascata addosso, è facile essere tentati di non credere in niente. Eppure. La risposta – sua, di allora, e mia, ieri e oggi – è sempre stata: “Sì”. Credo in Dio perché non si è mai nascosto ai miei occhi. Lo trovo in chiesa, ma è il posto in cui ci piace meno ritrovarci. Lì lo sento forte quando siamo soli, io e Lui. Ma l’ho trovato ancor di più in cima al monte del Fushimi Inari-Taisha Temple a Kyoto; nell’abbraccio di Supre e Gughi fuori dal Pronto Soccorso la mattina che Teo se n’è andato; sotto la quercia a Denore; nell’affetto della mia famiglia; quando Marianna ha benedetto il mio tatuaggio; quando Eleonora me l’ha inciso sul cuore; quando Serena mi ha abbracciata finita la presentazione a Milano; quando sono alla tomba di…
Due mesi
Due mesi che non sei più al mio fianco. L’altra sera ti cercavo nel lettone, mi mancava il tuo abbraccio, e le tue zampette fredde, e il tuo respiro rantoloso. Manchi anche alle bimbe: ogni tanto mi sembra che Shibu sia più triste del solito e ti cerchi, mentre Nara… be’, sai che Nara è più selvatica. Cerco di far loro da mamma e anche da papà, ma è difficile, ogni tanto accuso il colpo. Il tuo libro sta viaggiando bene, sai? La prima presentazione a Milano è stata una bomba, come dici sempre tu. Ora punto a portarlo in tutta Italia, quantomeno nelle grandi città. Io sto portando avanti i miei piccoli e grandi progetti, che tu già sai. Sono molto carica e aperta verso questo futuro sempre più incerto. Manchi terribilmente, ma ti sento in ogni gesto e sorriso e abbraccio e canzone e film e frase. In tutto. Due mesi sono niente rispetto ai 18 anni che…
Bomba!
Sono sveglia dalle 4, come nemmeno da piccola quando sapevo che doveva arrivare Babbo Natale. Ero agitata, ma di quell’agitazione bella, carica di cose belle. Mi rigiravo nel letto, pensando a come sarebbe stata stasera. Ed è stata oltre le aspettative. Al mio fianco un’amica, con cui condivido tanto, oltre alla passione per lo shopping. Tra il pubblico, le nostre famiglie, gli amici di Mondadori, i tuoi fan più sfegatati. Ti sono venuta a salutare al cimitero prima di andare a Milano e avevo il cuore in gola. Ho cercato di raccontare te, noi, il tuo “Un altro giorno insieme”. Credo sia arrivato il messaggio, soprattutto ho voluto lasciare al pubblico una frase del tuo libro: “Non salverai mai nessuno facendo semplicemente il tuo dovere. Se vuoi salvare qualcuno devi sporcarti le mani, devi fare più del compitino”. Perché non basta fare il giusto, bisogna dare il massimo, sempre e in tutto, dicevi tu. E poi alla fine ho lanciato…