Una delle domande che mi fanno più spesso e che facevano anche a Teo era: “Credi in Dio?”. Perché con tutta la merda che ci è cascata addosso, è facile essere tentati di non credere in niente. Eppure. La risposta – sua, di allora, e mia, ieri e oggi – è sempre stata: “Sì”.
Credo in Dio perché non si è mai nascosto ai miei occhi. Lo trovo in chiesa, ma è il posto in cui ci piace meno ritrovarci. Lì lo sento forte quando siamo soli, io e Lui.
Ma l’ho trovato ancor di più in cima al monte del Fushimi Inari-Taisha Temple a Kyoto; nell’abbraccio di Supre e Gughi fuori dal Pronto Soccorso la mattina che Teo se n’è andato; sotto la quercia a Denore; nell’affetto della mia famiglia; quando Marianna ha benedetto il mio tatuaggio; quando Eleonora me l’ha inciso sul cuore; quando Serena mi ha abbracciata finita la presentazione a Milano; quando sono alla tomba di Teo e con qualsiasi condizione meteorologica compare il sole; quando Elena mi ha regalato il mio quarzo protettore; quando mi scrivono perfetti sconosciuti solo per sapere come sto; quando sento una canzone che mi regala un brivido e una lacrima; quando Teo, salutandomi per l’ultima volta, mi ha sorriso, sussurrandomi “Ti amo”.
Credo nell’Amore e l’Amore non ha nome. Credo nell’Amore perché sono stata amata tanto, e fino alla fine. Credo nell’Amore perché mi amo.
Credo in Dio perché ho avuto la fortuna di avere avuto Teo nella mia vita. E l’ho ancora. E chiunque ha vissuto una cosa così travolgente non può non credere in Dio, nonostante gli sia stata strappata via.
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