Lei è la mia Amica, ha appena finito di festeggiare i suoi 32 anni. Per capirci, è la prima persona che ho chiamato quella fatidica mattina in pronto soccorso, dopo mia madre e mia sorella. Lei è venuta ed è stata lì tutto il giorno, nonostante abbia il terrore degli ospedali perché le ricordano brutti momenti della sua vita. Si è presa cura di me, prendendosi cura di ciò che io giocoforza non avevo la testa di seguire. Accanto a me ho avuto anche altre donne, un esercito di donne, che mi hanno accudito anche da lontano: con una foto, un cuore, un messaggio, una frase, una canzone, una chiamata, una preghiera. Mi hanno teso una mano e mi hanno scaldato il cuore. Tante, ma tante, che non riesco a contarle. Una specie di matriarcato, una sorta di società maternale, in cui le mie donne si sono curvate su di me e mi hanno medicato le ferite dell’anima. Ho sentito…
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Infinito
“Sempre e per sempre tu ricordati, dovunque sei, se mi cercherai, sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai”. Francesco De Gregori È successo una mattina di gennaio. Non era il primo che avevo in mente. L’unico che avrei voluto fare, lo farò, a momento debito. Questo è capitato, ma non è fatto a caso. Un regalo per il mio compleanno, un regalo che alla fine ho fatto io. Perché non ero convinta, ma sono convinta dell’amore che provo per lei; che alla fine vederla felice mi rende felice. Che forse la sorellanza è proprio questo. Che forse il senso di tutto ciò che si fa dev’essere questo. Nel mio cuore ci sarà sempre e solo spazio per pochissime persone, e lei è una di queste. Così sarà sulla mia pelle. Che forse, nonostante tutte le delusioni, le cazzate, i rimpianti e i rimorsi, certi amori valgono la pena di esistere. Per sempre.…