Oggi parliamo di passioni e di passione. Di passioni perché affrontiamo il discorso serie tv, di cui da sempre sono una grande estimatrice e di cui amo fare le abbuffate, ovvero guardare un episodio in fila all’altro, non appena ho tempo. E di passione, perché in questo post si parla di sesso. Tanto sesso.
Partiamo dall’inizio: rimasta orfana di Lost, Desperate Housewives e Sex and the City, tre delle serie tv in assoluto più belle di sempre, ovviamente secondo me, e chiuse troppo precocemente – che poi, diciamocelo, fosse per noi fruitori, un telefilm non dovrebbe finire mai! –, mi sono fiondata sulla serie di cui tutte mi dicevano meraviglie, che prometteva pianti a fiume e batticuore a non finire: Grey’s Anatomy. E devo dire che così è stato: non avendone mai vista una puntata, ho cercato di recuperare, guardandomi insieme alle amiche tutte le vecchie serie, fino ad arrivare all’ottava stagione, in cui mi sono arenata vergognosamente. So già tutti i vari decessi che sono occorsi nelle serie seguenti, quindi non soffrirò poi molto quando vedrò il Dottor Stranamore o Lexi morire, epperò il tempo scarseggia, anche se la voglia di proseguire nella visione è tanta.
Detto questo, noi donne siamo il regno della contraddizione e considerato appunto che il tempo scarseggia, cosa ho deciso di fare nell’ultimo mese? Di imbarcarmi a vedere una nuova serie tv: Masters of sex, di cui è appena uscito il boxset delle prime due stagioni, distribuito da Universal Pictures Home Video. Una serie di cui ho sentito molto parlare e che mi ha sempre incuriosito per la tematica centrale di cui parla: il sesso. Sì, è vero, di sesso ce n’era tanto anche in Grey’s Anatomy, ma in questa l’argomento viene sviscerato, se vogliamo, da un punto di vista analitico e del tutto scientifico… o quasi. La serie è basata sulla biografia di Thomas Maier “Masters of Sex – La vera storia di William Masters e Virginia Johnson”, ovvero la coppia che ha insegnato il sesso all’America intorno agli anni Cinquanta: i due attori principali – Michael Sheen, già visto nella saga “Twilight” e in “Underworld”, e Lizzy Caplan (che all’inizio scambio per Teri Hatcher, la svampita Susan Maier di “Desperate housewives”, anche per il fatto che hanno la stessa doppiatrice) – interpretano i reali pionieri della sessualità umana, il sessuologo William Masters e la psicologa Virginia Johnson, raccontando le loro vite e l’importante ricerca che ha segnato la rivoluzione sessuale.
Lui, “il più importante e rinomato ginecologo di tutto il Midwest”, già sposato con Libby e con la quale, per la legge del contrappasso, sta tentando disperatamente di avere un figlio, conosce sul lavoro lei, ragazza madre di due figli, già divorziata due volte, senza apparenti qualifiche o studi titolati, ma con un’incredibile capacità di entrare in sintonia con le persone e capire all’istante quello che vogliono, una qualità che le servirà – o meglio, servirà più al dottor Masters – per ottenere il posto di assistente nella ricerca più controversa e utile dell’ultimo secolo: quella condotta sul corpo umano per capire cosa succede e come risponde durante l’atto sessuale. I due nel corso di circa vent’anni di ricerca, hanno osservato sul campo centinaia di ‘volontari del sesso’ intenti in un atto di masturbazione o di accoppiamento, monitorandoli con una sorta di poligrafo orgasmico, per indagare scientificamente cosa avviene di preciso al culmine del piacere in un uomo e in una donna. 14 mila orgasmi e più di 300 donne dopo, i due sono arrivati a stabilire che una donna, a differenza di un uomo, può avere durante lo stesso rapporto sessuale, orgasmi multipli, confutando la teoria di Freud, secondo il quale “la soppressione della sessualità del clitoride è un requisito necessario per lo sviluppo della femminilità”.
Una storia vera, così come vera è stata sin da subito la tensione sessuale instaurata tra i due protagonisti: lei, così arguta, sensibile, emancipata, intraprendente, non poteva non attrarre lui, così compassato, impostato, a tratti anche represso e castrato in quell’ambito in cui pensava di sapere tutto e invece ha dovuto imparare tutto da lei. Sì, perché già a metà della prima stagione, i due – “per amore della scienza” – cominciano a fare sesso insieme in laboratorio, offrendosi come cavie, ma ben consci che non si tratta solo di lavoro. Per Bill, invischiato in un matrimonio senza amore e senza trasporto con una ragazza perbene, per cui però non prova nulla, trovarsi di fronte una donna come Virginia, così diversa dalle altre, così sicura di sé e del suo corpo, è una boccata d’aria fresca. I due infatti convoleranno a nozze molti anni dopo il loro primo incontro e qualche anno dopo aver compiuto la ricerca, confermando che la scintilla scattata al loro primo incontro non si trattava solo di un colloquio finito bene.
Una serie tv ben sceneggiata e soprattutto recitata, in cui spiccano le doti recitative della Caplan, bravissima nell’interpretare una donna così avanti per quell’epoca, dandole la giusta intensità, senza mai uscire però dalle righe. Stessa tecnica usata per raccontare l’argomento principale, ovvero il sesso: c’è una scena di sesso ogni cinque minuti in media, eppure non scade mai nel volgare, non è mai fuori luogo, non stanca mai. Non era semplice raccontare una simile vicenda, così farcita da orgasmi, coiti e masturbazioni, seppur ispirata a una storia realmente accaduta, senza eccedere o scadere nell’imbarazzo. Eppure il miracolo è riuscito e il risultato è una serie godibile, leggera, accattivante, di cui, finito un episodio, vuoi sapere immediatamente come prosegue l’altro. Che sia perché come in ogni storia di sesso, c’è sempre un pizzico d’amore che ci mette lo zampino e scompagina le carte in tavola? Può darsi.
In ogni caso, sono stati i Masters of sex che negli anni Sessanta hanno cambiato il modo di vedere e vivere il sesso, conferendogli quell’importanza e quella dignità che merita e dando il via alla rivoluzione sessuale, che poi ha investito come un ciclone gli anni Settanta, sconfinando nella libertà che conosciamo oggi. E a loro dobbiamo solo dire grazie. Quindi, che sia per amore del binge watching o della conoscenza della Storia, vi consiglio la visione di questa serie tv: non ve ne pentirete.

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