Se c’è una cosa che mi piace davvero tanto, che mi riempie il cuore di vera gioia è pensare agli altri. Che si traduce anche nel fare regali, pensarli, ricercarli, poi incartarli e vedere la reazione di chi li scarta, ma anche organizzare per gli altri: cene, ritrovi, feste, sorprese.
Ora si sta avvicinando il Natale, e sotto Natale ricorre anche il compleanno del mio compagno: una doppia festa che richiede di solito un doppio regalo, quindi una doppia idea. Dopo tredici anni e mezzo di relazione, potrebbe sembrare che le idee scarseggino, e invece… Anche quest’anno, anche con mille casini e impedimenti, anche con mille ostacoli, son riuscita a regalare un sorriso a chi amo, facendogli un pensiero pensato e azzeccato e facendoglielo trovare per colazione: un paio di scarpe che aveva visto a Berlino e che qui in Italia sono introvabili!
Amo quando mi viene l’intuizione giusta, quando mi devo mettere alla ricerca, perchè dedicarci del tempo, significa già fare un regalo a quella persona. Il Natale poi, da sempre mi piace proprio per quel senso di dono che racchiude in sè: non sono mai stata una che si emoziona nel ricevere qualcosa, piuttosto nel dare. E così è anche quest’anno: quello che mi aspetto e di cui ho bisogno è solo ricevere sorrisi e abbracci che mi facciano capire di non essere da sola, che in questo difficile cammino, c’è qualcuno che vuole smezzare la strada con me. Niente di più. Perchè davvero non mi serve nient’altro.
E se ci pensiamo bene, non ci serve nient’altro: cominciamo a insegnare ai nostri bambini sin da piccoli ciò che conta davvero – l’affetto di chi ci vuole bene, una famiglia unita, la gioia dello stare insieme, l’importanza del credere in qualcosa, del pensare agli altri, del prendersi cura di loro e di se stessi, del rimanere uniti davanti alle avversità – perchè sono cose che restano, nel profondo del cuore e ti aiutano ad andare avanti nella vita. Regaliamo loro un cuore e degli occhi nuovi: la macchinina o la bambola verrà presto dimenticata, ma certi insegnamenti restano. Per sempre.

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