Oggi come al solito dopo l’ospedale io e Teo ci siamo fermati a pranzo nel nostro posticino preferito: si trova proprio davanti al nosocomio, ma questa tradizione solo nostra sembra alleggerire la trasferta pesante come un macigno.
Poco a poco comincia a riempirsi di persone perlopiù sole, per la pausa pranzo. Di fianco a noi si siede un signore. Ordina crudo e bufala. È gentile e sempre sorridente. Finisce il suo piatto freddo. Chiede la carta dei dolci, con estrema gentilezza e sempre col sorriso. “Gliela porto subito”, dice il cameriere. “Non si preoccupi, non ho fretta”. Poi all’improvviso fa una cosa incredibile: tira fuori un libro e si mette a leggerlo.
Tutti compreso me nel bar nei tempi morti avevamo in mano il cellulare; lui un libro. E sorrideva. Forse era in pausa dal lavoro, forse era appena uscito dall’ospedale. Ma sorrideva. Mi piace pensare che la sua gentilezza e il suo buonumore fossero merito anche di quel libro, di quel tempo tutto per sé, in mezzo allo scorrere frenetico delle ore.
Grazie signore gentile per avermi ricordato quanto sia bello leggere e volare con la fantasia. E per avermi spinto a stilare il primo buon proposito dell’anno, io che quest’anno non ne volevo sapere: dimenticare il cellulare e trovare più tempo per me, per le cose belle che ti fanno sorridere, come una tazza di tè e un buon libro.
Buon 2019 di cose belle a tutti voi!

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