Son stati giorni pesanti. Lo sono da un po’. Mi manca quello slancio iniziale, quell’entusiasmo che avevo agli esordi per il mio lavoro. In un settore sempre più demandante, ma poco donante, in cui l’offerta è ben maggiore rispetto alla domanda e non sempre è sinonimo di qualità, in cui conta fare le cose velocemente a discapito dell’accuratezza, è capitato di cadere anche a me.
La cosa che però più mi piace di me è che non mi sono giustificata con “Ma tanto lo fanno tutti”, ma mi sono interrogata molto su come poter migliorare, e ho cercato subito di fare quello scatto in avanti, nonostante non avessi ricevuto incentivi. Sono caduta ma mi sono rialzata.
E sebbene al momento non veda grandi cambiamenti all’orizzonte, ho deciso di concentrarmi su quelli piccoli, che mi hanno regalato una speranza: la telefonata di oggi con un progetto a cui non si poteva dire di no, l’esperienza dell’altro giorno a scuola, a contatto con il futuro.
La mia vita ultimamente è come questo maggio: c’è il sole, ma è costantemente adombrato dalle nuvole. Ma si sa che basta il vento per farle spostare. Comincio a soffiare.

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