La malattia ti cambia gli occhi. Anche il cuore, ad alcuni lo indurisce, ad altri lo apre al bello che c’è. Questione di prospettive e di predisposizione. Nella malattia tutto è relativo, ti insegna che finchè c’è ancora una possibilità di resistere, nulla è perduto. La medicina è la pratica dei resilienti: convivere con la malattia, non guarire ma continuare a vivere, rappresenta comunque una vittoria, una conquista. Restare in sella al toro imbizzarrito, direbbero ai rodei: ti sconquassi, ti spacca le ossa, ma alla fine sei vivo.
In settimana siamo andati a ritirare la tac: Teo non è guarito nè migliorato, Teo è stabile. Teo è ancora in sella, è ancora sulla tavola, sta domando l’onda. Per altri, potrebbe sembrare una sconfitta; molti mi hanno chiesto se questo è un buon risultato, perché siamo abituati alla guarigione, per poter dire che una cura stia funzionando. Ma è qui che ci sbagliamo: questo risultato è un successo perché vuol dire che Teo e il cancro stanno imparando a convivere. Teo sta letteralmente ammaestrando la bestia che è in lui: tu te ne stai buono, noi continuiamo a vivere ancora un po’. C’è tempo, c’è ancora tempo. Di stupirci, di realizzare i nostri sogni, di andarcene a spasso per il mondo, di camminare insieme, di vivere. Il bastardo è fermo, noi andiamo avanti.
Ecco cosa ho imparato questa settimana: che nella malattia essere un non guarito, un invalido, un disabile non equivale a essere un fallito, non vuol dire che non ci sia più niente da fare. Teo di fatto è tutto questo: è malato e la sua malattia, anzi le sue cure, perché finora è asintomatica come patologia, sono altamente invalidanti, ma è vivo, cazzo. È vivo e potenzialmente può fare tutto, tutto quello che la sua volontà e la sua voglia di vivere gli suggeriscono di fare.
Forse la vera disabilità sta negli occhi di chi non riesce a vedere mai il bicchiere mezzo pieno, perché è così ottuso da non distinguere il trasparente del vetro da quello dell’acqua. Ma per questo, temo, non ci sia medicina che tenga né che possa rimettervi in sella.

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