“È per te
questo fiore che ho scelto,
te lo lascerò lì
sotto un cielo coperto”.
Eros Ramazzotti
Oggi mentre ero in macchina, la radio passava “Gioia infinita”. Ma io non smettevo di piangere. Gioia infinita avrebbe dovuto essere tornare a casa e raccontarti di un’esperienza straordinaria, di un viaggio incredibile. Non vedevo l’ora che l’aereo mi riportasse da te per riabbracciarti e ricoprirti di baci e annusare le tue orecchie di peluche.
Ma tu non c’eri. Non c’eri più.
Hai deciso di andartene quando noi non potevamo trattenerti. Ho pensato che fosse per colpa nostra che ti sei lasciato andare. Ma poi si è fatta largo in me la certezza che hai voluto regalarci la possibilità di realizzare un nostro grande sogno, ennesima riprova di quanto ci amavi.
Non eri solo un cane, sei la nostra famiglia: hai trattenuto qua Teo col tuo immenso amore, ci hai insegnato a stringere i denti e ad allargare il cuore, a essere sempre felici, nonostante la sofferenza.
È da ieri che ho male al cuore, un dolore fisico proprio. Ieri sera in ginocchio sul pavimento, con le lacrime che inondavano il parquet, andavo in cerca dei tuoi peli bianchi, maledicendo l’aspirapolvere passato da poco.
Sia sempre benedetto il bastardo che ti abbandonò perché ci ha dato la possibilità, il privilegio di essere la tua famiglia.
Ti chiedo scusa se non c’ero a tenerti caldo durante la tua notte più fredda: io ora attaccherò i tuoi peli arruffati al mio cuore per tenerlo al caldo durante questo gelido inverno che ci aspetta.
Ciao occhioni nocciola, se esiste un paradiso tu di certo sei lì. Grazie di tutto, nessuno ha mai fatto quello che tu hai fatto per noi.
Ti amiamo tantissimo, ti ameremo (per) sempre.
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