Oggi a scuola ho conosciuto due persone davvero incredibili. Riccardo e Graziano non erano due disabili, la vita ha tolto loro l’uso degli arti, facendo una delle cose che amavano più fare: andare in moto. Questo li ha fermati, inutile raccontarsi palle: prima in un letto d’ospedale, poi nella vita.
Ma solo per un po’, fino a che non hanno capito che la disabilità era solo nella loro testa: “Mi dissero che non avrei mai più potuto usare il braccio sinistro – ha raccontato Graziano – Ebbene, un giorno mi misi davanti alla porta, convinto di poterla aprire con la mano sinistra. Ci misi 20 minuti, ma alla fine ce la feci”.
“Noi disabili non facciamo cose incredibili, le facciamo solo in modo diverso. Chi decide cosa è normale? Un mancino usa una mano diversa dal destrorso, ma alla fine entrambi scrivono. Quindi, se le cose stanno così, i casi sono due: o tutti siamo normali o tutti siamo disabili”.
Siamo tutti pazzescamente, meravigliosamente, diversamente normali: e anche oggi la mia dose di consapevolezza l’ho assunta.
Ps: i ragazzini non si sono minimamente posti il problema di come fosse il loro insegnante oggi. Forse questi corsi servirebbero di più a noi adulti.
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