È una calda e tranquilla mattinata di settembre. Welles Crowther è un giovane 24enne che lavora nel Financial District di New York, esattamente nella Torre Sud: lavorare nella finanza è da sempre quello che desidera e per cui ha studiato, ma il suo sogno è entrare a far parte del FDNY, diventare un vigile del fuoco.
Sono da poco passate le 9 di mattina, quando chiama la sua mamma per tranquilizzarla: un aereo ha colpito la torre, ma lui sta bene, non ha riportato ferite e può tentare di uscire da quell’inferno.
Mentre scende al 78esimo piano, incontra un gruppo di sopravvissuti, spaventati a morte, incapaci di muovere un dito dalla paura, che aspettano soccorsi: sulle spalle si è già caricato una donna, Judy Wein, che lavorava come lui al 103esimo piano e che ha trovato con un braccio e il costato rotto e un polmone perforato.
Welles indossa sul viso una bandana per proteggere le vie respiratorie dai gas e dalle polveri nocive: la sua bandana rossa, che metteva sempre, sin da piccolo, e anche sotto al casco, quando giocava a lacrosse.
Con voce autoritaria, invita chi può e riesce a seguirlo e ad aiutare chi è bisognoso di aiuto. Riesce a portarli al 63esimo piano, dove li consegna ai pompieri, che li mettono in salvo. Potrebbe mettersi in salvo anche lui, ma ritorna su a dare una mano con il primo soccorso e a spegnere gli incendi. Non una volta sola, ma numerose volte. Ogni volta gli viene data la possibilità di salvarsi e ogni volta sceglie di salvare qualcun altro. Viene visto rientrare nella Torre Sud l’ultima volta poco prima delle 10, quando l’edificio collassa.
Il suo corpo viene ritrovato sotto le macerie dopo più di sei mesi: è intatto, senza segni di bruciature. Per identificare il cadavere, viene fatta vedere la sua foto a dei superstiti, tra cui anche coloro che ha salvato: “Sì, è lui l’eroe con la bandana rossa”. Grazie al suo coraggio e al suo cuore grande, riesce a salvare tra le 12 e le 18 persone. È morto facendo ciò che amava davvero. Per questo nel 2006 viene nominato postumo membro onorario del FDNY.
Quando ho visitato il museo del 9/11 a New York, tante sono state le storie che mi hanno toccato nel profondo, ma nessuna come questa: davanti alla bandana rossa di questo ragazzo, ho cominciato a singhiozzare e a piangere lacrime sincere. Perchè non so se io avrei avuto il suo coraggio, non so se sarei tornata dentro a salvare il prossimo anziché la mia vita.
Cosa abbia spinto questo ragazzo a considerare più preziosa la vita degli altri che la sua, per me, per noi tutti è ancora un mistero. So però che il suo esempio, il suo coraggio, quello che ha fatto, non sono stati invano: oggi numerose opere di carità e di sostegno sono state fondate in suo nome e anche il Presidente Obama lo ha citato come un eroe dei nostri giorni durante l’inaugurazione del Memoriale e del Museo.
Al di là di tutti i bei discorsi e della retorica che si può spendere nel giorno della ricorrenza del 9/11, Welles per me oggi non è solo un eroe, è un supereroe: gli eroi sono quelli che fanno la cosa giusta al momento giusto; i supereroi sono quelli che con il loro esempio ti insegnano a essere migliore, cambiano il cuore di chi sta loro intorno.
Perciò, grazie Supereroe dalla bandana rossa: perchè la tua storia in parte ha cambiato la Storia; perchè la tua storia ha cambiato soprattutto me.

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