Amore mio incredibile, son stati giorni inaspettati e proprio per questo più belli e intensi. Un dono inatteso, che ho vissuto come un tuo regalo. Me li son goduti fino in fondo, ridendo, scherzando, urlando.
Quando ero triste, tu ti rattristavi sempre un po’ di più perché odiavi vedermi così. Così ho pensato che adesso che mi vedi ovunque io sia, forse non è il caso di farmi sorprendere rammaricata.
C’è stato qualche momento di sconforto, di solito quando mi appisolavo in preda alla stanchezza: mi è capitato di svegliarmi di soprassalto, realizzando che tu non sei più accanto a me. E mai più ci sarai.
Oppure quando osservavo le coppie intorno a me: il loro cercarsi, abbracciarsi, baciarsi, darsi la mano… Ero così felice per loro, ma al tempo stessa che groppo in gola, e che rabbia, perché forse non realizzano la fortuna che hanno. Nemmeno io l’ho saputo finché non mi hai più potuta toccare. Avessi saputo che mi sarebbero mancati così presto i tuoi baci, non avrei lesinato mai. Cretina io, ma siamo tutti cretini fino a che la vita non ci sottrae ciò che credevamo essere eterno.
Ma ho fatto scorta dei tuoi complimenti, del tuo amore, perché inconsapevolmente stavo attendendo l’inverno. Così attraverso i tuoi occhi, ho imparato ad amarmi di più. E questo amore mi ha fatto bella, e forte. Più forte dell’assenza, della morte, persino.
Stasera mi ha scritto un nostro amico fraterno – tu non sai quanto bene c’è intorno a me, mi hai lasciato in buone mani -, il quale mi ha svelato un vostro aneddoto di vita, che senza saperlo, ci lega tutti e tre.
Mi ha dedicato delle canzoni di Bon Iver, e tra queste c’è PDLIF, che recita: “Per favore, non vivere nella paura | Non possiamo vedere da qui ora | Mandala via da qui | E libera la tua mente”. So che tu non conosci Bon Iver, ma so per certo che questo è un tuo messaggio per me.
Non vivrò nella paura, te lo prometto. Attraverso il peggio son già passata, e poco a poco sto capendo che sopravvivere si può, basta non combattere il dolore. Ma mitigarlo con l’amore.
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